L’estrema complessità e diversificazione dei prodotti scambiati ogni giorno nei mercati internazionali richiede un’Infrastruttura della Qualità (IQ) in grado di dimostrare a consumatori e imprese le caratteristiche attese dei beni e servizi acquistati. Attraverso l’IQ, che si regge sulle attività di normazione, accreditamento e metrologia, vengono infatti supportati i processi di integrazione economica e innovazione tecnologica delle imprese.
In questo quadro, la centralità dell’accreditamento, fondamentale per dimostrare ai mercati la qualità dei prodotti, è confermata dalla sua crescente diffusione e dal suo richiamo in tutti gli accordi commerciali di nuova generazione promossi dall’UE. Nel quotidiano funzionamento del Mercato Unico, attraverso gli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento, l’accreditamento è lo strumento deputato a dimostrare la competenza di organismi e laboratori allo scopo dell’accettazione reciproca dei risultati delle valutazione di conformità, fluidificando gli scambi tra paesi e migliorando il livello di competitività delle imprese europee.
In Europa, il quadro legislativo di riferimento si basa su due atti promulgati dal Parlamento europeo nel 2008 con cui vengono promosse le attività di accreditamento e vigilanza del mercato, entrambe fondamentali per la realizzazione del mercato unico: il Regolamento CE 765/2008 e la Decisione CE 768/2008. Attraverso tali attività vengono tutelati gli interessi dei cittadini europei e viene regolata l’immissione dei prodotti nel mercato. È significativo che la Commissione europea abbia confermato, nella recente relazione sull’attuazione del Regolamento CE 765/2008, che l’infrastruttura europea di accreditamento ha fornito un valore aggiunto, non solo per il mercato unico ma anche per il commercio internazionale.
Indicatori specifici sul funzionamento dell’accreditamento in Europa sono illustrati da EA (European co-operation for Accreditation) nel report “Functioning of accreditation in Europe”. Tali informazioni, fornite periodicamente dagli Enti di accreditamento membri di EA, completano quelle presentate nella relazione della Commissione e delineano un quadro sintetico sullo sviluppo dell’accreditamento. I risultati dell’indagine evidenziano un progressivo intensificarsi delle attività di accreditamento in Europa. Tale maggiore utilizzo deriva, tra gli altri fattori, anche dal sempre più frequente richiamo dell’accreditamento nelle normative nazionali a supporto dell’azione pubblica di controllo e tutela di consumatori e imprese.
All’indagine hanno risposto 45 Enti nazionali di accreditamento, a delineare un campione di analisi altamente rappresentativo.
Dal 2016 al 2018, in Europa si rilevano 650 nuovi accreditamenti, per un totale di 35.250. Questo dato sintetizza un crescente livello di diffusione, da leggersi insieme alla sempre maggiore necessità di segnalare e dimostrare ai mercati le caratteristiche dei prodotti e servizi scambiati. Il beneficio per imprese e consumatori è strettamente connesso al livello di trasparenza nell’informazione fornita, riflessa poi in un livello dei prezzi corrispondente alla qualità attesa dall’acquirente dei prodotti, che sia l’impresa lungo una catena di produzione o il consumatore finale dei prodotti.
Si tratta di un trend in accelerazione negli ultimi anni che vede l’Italia al 5° posto per numero di nuovi accreditamenti emessi nel 2018. Sono 134 i nuovi accreditamenti emessi nel nostro paese, molti legati ai nuovi affidamenti della Pubblica Amministrazione, che hanno riconosciuto la competenza dell’Ente nel rilasciare accreditamenti in conformità al DPR 462/2001, per le verifiche degli impianti di messa a terra, e al DM 93/2017, per la verificazione periodica degli strumenti di misura.
Con riferimento invece ai rinnovi è interessante notare come, rispetto a una media europea del 20% di accreditamenti rinnovati sul totale di quelli esistenti, UKAS (l’Ente di accreditamento britannico) ne abbia rinnovati solo il 12%, a testimonianza delle preoccupazioni, già nel 2018, del settore TIC inglese per gli esiti incerti della Brexit.
L’analisi degli accreditamenti segmentati per schema mostra la netta maggioranza dei laboratori di prova, oltre 18mila, seguiti dagli organismi di ispezione. Il dettaglio, sull’asse di destra nel grafico, rappresenta la quota degli accreditamenti rilasciati da Accredia: guardando a questo dato notiamo una quota significativa degli accreditamenti di prodotti e servizi (11,5%) e sistemi di gestione (15,5%). Proprio per i sistemi di gestione, l’Italia è in testa al ranking europeo con 215 accreditamenti. Si tratta di un retaggio storico, che deriva dalla notevole diffusione della certificazione a norma UNI EN ISO 9001 presso le imprese italiane che, nel settore delle costruzioni EA28, sono obbligate a esibire il certificato di qualità, oltre a considerarlo uno strumento utile per competere nei mercati nazionali.
Grazie al Mercato Unico, le imprese europee hanno avuto accesso a input più diversificati, di più alta qualità e più economici, diventando più competitive a livello globale. Il Mercato Unico è stato foriero di processi di innovazione tecnologica e ha sostenuto la produttività delle imprese aiutandole nella competizione internazionale in un mondo che oggi appare molto più esposto alle dinamiche economiche globali. Gli effetti sulla competitività del tessuto produttivo e, in generale, sul livello di sviluppo delle economie europee sono traguardi raggiunti negli ultimi anni, anche grazie alla standardizzazione di processi e prodotti, le cui caratteristiche sono segnalate al mercato attraverso l’azione di organismi e laboratori accreditati. Prodotti controllati e certificati possono liberamente circolare entro i confini europei, questo è il risultato più significativo del Mercato Unico e dell’Infrastruttura della Qualità su cui poggia.