Per far fronte alla pandemia di Covid-19, Accredia ha adottato misure straordinarie e fornisce costantemente specifiche istruzioni agli organismi e ai laboratori accreditati. In questo difficile momento l’accreditamento offre il proprio contributo per la tutela della salute pubblica nel settore dei Dispositivi di Protezione Individuale e interverrà, a breve, anche in quello delle Biobanche. Giuseppe Rossi, Presidente di Accredia, racconta come.
Quali misure sta adottando l’Ente di accreditamento?
Le eccezionali restrizioni che le politiche governative stanno imponendo per far fronte alla pandemia non possono non avere un impatto anche sull’attività di accreditamento. Tuttavia, in momenti come questi è ancora più importante mantenere alta la fiducia che l’accreditamento fornisce al mercato, nell’interesse di Istituzioni, filiere produttive e cittadini. Accredia continua a essere un riferimento per gli oltre 1.800 soggetti accreditati, tra cui circa 400 organismi di certificazione, ispezione e verifica e 1.400 laboratori di prova e taratura. Nell’assicurare continuità al servizio di valutazione della conformità, Accredia, con il consenso di tutte le parti interessate, ha predisposto misure eccezionali a tutela della salute di dipendenti, collaboratori e operatori dei soggetti accreditati.
Tutto il personale è in smart working, le riunioni si tengono on line e le verifiche di Accredia vengono svolte da remoto, modalità privilegiata anche per le verifiche condotte dai soggetti accreditati, in particolare da parte degli organismi di certificazione, ispezione e verifica sulle imprese clienti. Qualora questa modalità non sia possibile, le attività di certificazione possono essere posticipate di 6 mesi, in linea con il documento IAF ID 03:2011 “IAF Informative Document For Management of Extraordinary Events or Circumstances Affecting ABs, CABs and Certified Organizations”.
Gli organismi e i laboratori accreditati possono trovare sulla sezione del sito Accredia dedicata alla gestione dell’emergenza Coronavirus specifiche disposizioni, costantemente aggiornate, per lo svolgimento delle attività di verifica.
Inoltre Accredia sta partecipando a livello internazionale alla definizione delle misure applicabili per affrontare questa emergenza a livello globale, coordinando la task force IAF creata per la gestione della pandemia.
Accredia non solo è vicina a tutti i cittadini impegnati in questa battaglia, ma è anche a disposizione di tutte le Istituzioni, nazionali e regionali, con tutto il suo know how in materia di attività di verifica e valutazione della conformità, per la tutela di interessi pubblici.
Che ruolo può svolgere l’accreditamento nella lotta contro il Covid-19?
Quale strumento di garanzia a tutela della sicurezza e della salute pubblica, l’accreditamento offre il proprio contributo anche nel mercato, oggi eccezionalmente critico, dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). Milioni di persone in tutto il mondo stanno facendo ricorso a vari strumenti di protezione (mascherine, guanti, ecc.) per proteggere se stesse e gli altri, ma orientarsi in maniera consapevole non è facile.
Inoltre lo stato di emergenza e la scarsa reperibilità di mascherine autorizzate per l’utilizzo richiesto (“chirurgico” e “professionale”) , in rapporto al fabbisogno giornaliero, alimentano preoccupazioni e rendono urgenti nuovi interventi nel settore. Lo Stato è intervenuto emettendo il DL 18/2020, cosiddetto decreto “Cura Italia”, che prevede la possibilità, in questa situazione eccezionale, che mascherine non marcate CE possano essere rese disponibili prevedendo un’auto-certificazione, sottoposta alla valutazione dell’ISS (per quelle di uso medico), o dell’INAIL (per i DPI).
Questa metodologia straordinaria dovrebbe però essere applicata in modo che le “mascherine”, così come qualunque altro DPI, siano adeguate all’utilizzo. Per far questo, è necessario che il fabbricante esegua dei test per essere certo che i DPI prodotti e messi a disposizione degli utenti, anche in questo periodo di emergenza, siano effettivamente utili a proteggere le persone. In questo gli organismi e i laboratori accreditati possono supportare il sistema Paese eseguendo le prove necessarie a dare sostanza alle auto-certificazioni.
Il rischio che si affaccino sul mercato prodotti poco utili allo scopo in questi momenti è alto. In merito, la Raccomandazione (UE) 2020/403 della Commissione europea dello scorso 16 marzo è chiara: sono ammesse deroghe in questo momento di emergenza, finito il quale i prodotti non conformi alle norme di riferimento dovranno sparire.
Un apporto fondamentale per la ricerca e il futuro può venire anche dalle biobanche. per le quali è imminente l’avvio delle procedure di accreditamento.
Sì, i centri di ricerca necessitano di materiale biologico in grado di garantire la riproducibilità e la comparabilità dei risultati. A tal fine sempre più spesso si rivolgono alle biobanche, che raccolgono, processano, conservano e distribuiscono campioni biologici umani – siano essi saliva, sangue o tessuti – e i dati ad essi collegati, per fini di ricerca e diagnosi.
I campioni di tutti i tamponi che si stanno raccogliendo in queste settimane, se conservati correttamente, possono essere utilizzati per sequenziare il genoma del Coronavirus e studiare, in base alle mutazioni individuate, i meccanismi di diffusione della pandemia e quale sia stata la reale entrata del virus. L’accreditamento delle biobanche, che partirà a breve, si baserà sulla norma UNI ISO 20387:2019 “Biobanking – Requisiti generali per il biobanking”, che ha stabilito i requisiti e gli standard tecnici condivisi delle biobanche, e rappresenterà quindi un’ulteriore importante garanzia del loro corretto modus operandi.