L’accesso a cibo sano e sicuro è un requisito fondamentale per i consumatori, necessario per garantire la salute e il benessere, al centro del Sustainable Development Goal 2 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile “End hunger, achieve food security and improved nutrition and promote sustainable agriculture”. Oggi, quando si parla di sicurezza alimentare, si fa riferimento anche ai processi e ai sistemi utilizzati per garantirla, nell’intera filiera che va dalla produzione degli alimenti alla distribuzione.
Ed è proprio qui che la valutazione della conformità svolge un ruolo chiave, come evidenzia la Giornata Mondiale dell’Accreditamento, celebrata il 9 giugno di ogni anno, organizzata da IAF e ILAC e dedicata per il 2020 proprio alla sicurezza alimentare. Nello scenario globale, dove materie prime, lavorati e semilavorati arrivano da diverse parti del mondo, diventa fondamentale la richiesta di prove e certificazioni accreditate. Le attività di controllo e analisi dei prodotti agroalimentari permettono di garantire al consumatore, ma anche ai partner business della filiera, beni e servizi di qualità, conformi agli specifici requisiti richiesti dalle norme tecniche e dai provvedimenti obbligatori.
La difesa della sicurezza alimentare poggia su quattro solidi pilastri: i sistemi ispettivi, le certificazioni di origine, i laboratori di prova accreditati nell’ambito dell’autocontrollo alimentare e le attività degli organismi che svolgono ispezioni e certificano prodotti, processi e sistemi.
In un Paese come il nostro, dove l’industria alimentare è protagonista indiscussa dell’eccellenza Made in Italy, la tutela del consumatore e la salvaguardia del sistema produttivo sono obiettivi primari e sinergici.
I controlli ufficiali coinvolgono Accredia nelle produzioni agroalimentari di qualità (DOP, IGP e SGT) e biologiche, che negli ultimi anni hanno guadagnato quote di mercato rilevanti. A supporto di tale settore ci sono, rispettivamente, 29 e 18 organismi di controllo che operano in Italia dietro l’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole, ottenuta in forza dell’accreditamento rilasciato da Accredia.
Inoltre, a fronte di catene di approvvigionamento più complesse rispetto al passato, ai fini della sicurezza alimentare, sono diventate centrali le attività di analisi dei laboratori accreditati. A fine 2019, su 1.219 laboratori di prova, circa il 25% effettuava analisi chimiche sugli alimenti. Una quota significativa, a testimonianza di un sistema dei controlli particolarmente efficace.
La sicurezza degli alimenti viene garantita dagli operatori del settore alimentare anche attraverso misure di prevenzione, quali l’adozione di pratiche corrette in materia di igiene e di procedure basate sui principi dell’analisi dei rischi e dei punti critici di controllo, il metodo HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points). Il metodo HACCP, che utilizza anche le competenze dei laboratori accreditati, è riconosciuto a livello internazionale come uno strumento volto ad aiutare gli operatori del settore alimentare a controllare e ridurre i pericoli inerenti ai prodotti alimentari. Tale metodo permette di focalizzare l’attenzione, sia da parte del produttore che dell’Autorità competente, sulle fasi più a rischio in ciascun processo produttivo tenendo sotto controllo l’insorgere di pericoli significativi.
Accredia lavora da anni in questo settore, collaborando con le Amministrazioni competenti, in virtù della fiducia reciproca e contribuendo a valorizzare, con una fitta rete di controlli e di strutture, pubbliche e private, le elevate competenze in materia di sicurezza e qualità di cui il Paese dispone.
L’accreditamento garantisce infatti che i rapporti di prova e di ispezione e le certificazioni (di sistema, prodotto e personale) siano rilasciati nel rispetto dei più stringenti requisiti internazionali in materia di valutazione della conformità, e dietro una costante e rigorosa azione di sorveglianza sul comportamento degli organismi e dei laboratori responsabili.
Oggi, a seguito della crisi scatenata dalla pandemia di Covid-19, l’Unione europea ha rilevato in modo ancora più evidente la necessità di costruire un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente adottando, il 20 maggio scorso, la strategia “Dal produttore al consumatore”.
Tra gli obiettivi, guidare l’industria alimentare verso pratiche che rendano la scelta sana e sostenibile quella più facile per i consumatori. Per questo la Commissione proporrà un’etichettatura nutrizionale obbligatoria e valuterà la possibilità di estendere a determinati prodotti l’obbligo delle indicazioni di origine o di provenienza, tenendo conto degli impatti sul mercato unico. Inoltre, prenderà in esame la possibilità di armonizzare le dichiarazioni ambientali volontarie ed elaborerà un quadro che, combinato con la certificazione e l’etichettatura sulle prestazioni di sostenibilità dei prodotti alimentari e con incentivi mirati, consentirà agli operatori di beneficiare di pratiche sostenibili.