In applicazione del Protocollo di Kyoto, la UE ha realizzato lo schema “EU ETS – Emission Trading System” per rendicontare e ridurre nel tempo le emissioni di gas serra (GHG – Greenhouse gases) nei settori energivori, che riguardano ad esempio le imprese ad alto consumo di energia.
Istituito dalla Direttiva 2003/87/CE (Direttiva ETS), l’Emission Trading regolamenta lo scambio in Europa di diritti di emissione (quote) per gli impianti industriali, per il settore della produzione di energia elettrica e termica e per gli operatori aerei, e coinvolge quindi impianti termoelettrici industriali, manifatture e impianti di produzione, stoccaggio e trasporto di diverso tipo.
Viene definito un sistema cap & trade perché fissa un tetto massimo (cap) al livello complessivo delle emissioni consentite a tutti i soggetti vincolati, ma permette ai partecipanti di acquistare e vendere sul mercato (trade) i diritti a emettere CO2 secondo le loro necessità, all’interno del limite stabilito.
La convalida delle emissioni è obbligatoria per legge per tutte quelle aziende che rientrano nella direttiva di riferimento e deve essere svolta da soggetti accreditati per svolgere tale attività, gli organismi di verifica e convalida EU ETS che vengono verificati conformi agli standard tecnici ISO 14065 e ISO 14064-3 e alle norme obbligatorie applicabili. In Italia Accredia ha emesso 10 certificati di accreditamento in settori che vanno dalla raffinazione del petrolio al trasporto aereo.
Il sistema EU ETS è il principale strumento adottato dall’Unione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energivori e il suo funzionamento è una best practice a livello globale a cui diversi Paesi guardano con attenzione.
La Comunicazione del 4 maggio 2020 della Commissione europea attesta che, nel 2019, le emissioni di gas a effetto serra di tutti gli operatori coinvolti nel sistema di scambio di quote si sono ridotte dell’8,7% rispetto ai livelli del 2018; ciò a seguito della riduzione del 9% delle emissioni degli impianti fissi e dell’aumento dell’1% delle emissioni del trasporto aereo.
La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra è avvenuta in un contesto di crescita economica con un PIL europeo cresciuto dell’1,5% nel 2019. La migliore performance è stata quella del settore dell’energia elettrica con una diminuzione del 15% che riflette un processo di decarbonizzazione basato su un maggior ricorso a fonti rinnovabili e gas naturale per la produzione di elettricità. Riduzioni delle emissioni sono state osservate anche nella maggior parte dei settori manifatturieri con una diminuzione complessiva del 2%.
In dettaglio, la Commissione europea ha verificato che le emissioni di gas a effetto serra provenienti da impianti fissi (centrali elettriche e impianti di produzione) sono state pari a 1,527 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente nel 2019, il 9% in meno rispetto al 2018, mentre le emissioni degli operatori di aeromobili hanno registrato un aumento significativamente inferiore rispetto agli anni precedenti. Le emissioni di tali operatori sono state pari a 68,14 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2019, circa l’1% in più rispetto al 2018. Il 54% di queste era tuttavia coperto da quote acquisite da aste o da altri settori, mentre il restante 46% era coperto da assegnazioni gratuite pari a 31,3 milioni di quote.