Le imprese con un sistema di gestione certificato sotto accreditamento registrano un significativo aumento del fatturato rispetto alle aziende non certificate. In Italia questo si traduce, in termini economici, in 88mila aziende con un fatturato complessivo di circa 1.400 miliardi di euro, pari al 40% del totale italiano.
Lo dimostra, e lo calcola, la nuova ricerca dell’Osservatorio Accredia “Accreditamento e certificazioni. Valore economico e benefici sociali”, realizzato in collaborazione con Prometeia e presentato lo scorso 15 luglio in streaming in occasione del convegno “Quanto vale la Qualità? Crescita economica, sicurezza e sostenibilità”. Lo studio misura la crescita economica che deriva dall’interazione tra le attività di accreditamento condotte da Accredia e quelle di certificazione, ispezione, prova e taratura, svolte da organismi e laboratori dei quali Accredia verifica la competenza, imparzialità e indipendenza.
Nello specifico, si evidenzia come la certificazione accreditata di un sistema di gestione (per la qualità, ambientale, per la sicurezza sul lavoro, alimentare, ecc.) contribuisca a far crescere il fatturato delle imprese dal 2% al 18%, in funzione del settore di appartenenza e dello standard tecnico adottato.
L’indagine ha analizzato i dati degli oltre 360 organismi di certificazione, ispezione, verifica e convalida, 1.200 laboratori di prova e circa 200 laboratori di taratura accreditati a fine 2018. Le attività di certificazione, ispezione, prova e taratura svolte sotto accreditamento interessano innumerevoli ambiti e settori: sistemi di gestione, certificazioni ambientali ed energetiche, controlli di qualità e tecnici di prodotto, verifiche sulla supply chain, ispezioni legate ai progetti pubblici di edilizia (edifici, cantieri, controllo tecnico dei progetti, ecc.), esecuzione di test di laboratorio su varie e molteplici matrici (ambientali, alimentari, prodotti industriali, dispositivi medicali, materie prime, ecc.) e taratura degli strumenti di misura sono solo alcuni esempi delle possibili applicazioni.
Il valore di mercato degli organismi e dei laboratori accreditati è stimato complessivamente in 4,2 miliardi di euro, con una base occupazionale di 33mila addetti. I soggetti accreditati mostrano inoltre tassi di crescita del fatturato più sostenuti e una maggiore efficienza e produttività del lavoro.
Partendo da uno studio settoriale volto a definire le caratteristiche degli operatori coinvolti e la dimensione del mercato, la ricerca dell’Osservatorio Accredia ha quindi approfondito i benefici che le certificazioni, ispezioni, prove e tarature accreditate hanno sul sistema economico italiano, attraverso un’analisi di aspetti macro e micro economici.
In 5 anni, è stato calcolato in 10,8 miliardi di euro il contributo delle attività accreditate all’economia italiana, corrispondente al 16,1% dell’incremento del PIL nei settori manifatturiero (5 miliardi di euro), dei servizi (5,8 miliardi di euro) e delle costruzioni (110 milioni di euro).
Inoltre, la ricerca ha messo in luce come le attività eseguite dagli organismi e dai laboratori producano benefici per la collettività in termini di ambiente, salute e sicurezza, grazie alla riduzione degli effetti negativi – come minor inquinamento, minori malattie e infortuni – e dei costi associati. Si stima una media di 1,3 miliardi di euro l’anno in termini di benefici ambientali e sociali. In esame sono state prese le certificazioni ambientali, quelle energetiche, sulla sicurezza del lavoro e sulla sicurezza alimentare e l’applicazione di alcune direttive e normative europee, quali macchine, giocattoli e rumore.
Grazie alle certificazioni ambientali, le imprese italiane certificate riducono le proprie emissioni di gas serra in media del 6,9% rispetto ai peers; un risparmio che vale complessivamente oltre 7,7 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti annue.
Le aziende che hanno adottato sistemi di gestione per la sicurezza del lavoro registrano un numero minore di infortuni e una minore gravità degli stessi rispetto a imprese con le stesse caratteristiche. In particolare, gli infortuni diminuiscono in media del 16%, con un range che oscilla fra il 7% e il 46% in funzione del settore di appartenenza; la riduzione della gravità è ancora più marcata e arriva al 40%. Queste azioni si traducono in un risparmio di costi sociali annui di circa 300 milioni di euro nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro.
Infine, l’azione congiunta degli operatori pubblici e privati che svolgono prove e certificazioni lungo la filiera alimentare promuove e tutela la sicurezza alimentare contribuendo sensibilmente alla riduzione delle malattie legate al cibo (foodborne diseases) e dei relativi costi sociali.