Il nuovo CCNL per colf e badanti, in vigore dal 1° ottobre scorso e che rappresenta il secondo contratto collettivo più diffuso in Italia, vede come principale novità la possibilità di ottenere un “marchio di qualità” per colf, badanti e baby sitter, mediante il conseguimento di una certificazione di conformità alla norma UNI 11766:2019 rilasciata da organismi accreditati secondo la norma ISO/IEC 17024.
Si tratta di una grande conquista sociale, che fornisce per la prima volta un titolo riconosciuto a una professione ormai vitale per il welfare del Paese, ancor più nella stagione della pandemia, che accresce soprattutto per gli anziani il bisogno di assistenza qualificata in casa. Il nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro per colf e badanti promuove la formazione e la professionalizzazione delle figure degli assistenti familiari (colf, badanti e baby sitter) e introduce, tra le novità, aumenti retributivi e indennità.
Una prima novità riguarda la definizione di quattro livelli di inquadramento, che sostituiscono i tre precedenti (colf, badanti, lavoratori domestici), e vanno dal livello A al livello D – e relative declinazioni superiori, cosiddette super – alla nuova figura dell’assistente familiare educatore formato, che nell’ambito di progetti educativi individuati dalla famiglia, attua interventi per l’inserimento o il reinserimento nei rapporti sociali di persone in difficoltà (affette da disabilità psichica o da disturbi dell’apprendimento o relazionali).
Sono inoltre previste diverse indennità, tra le quali una specifica per i lavoratori inquadrati nei livelli B (pari a 8 euro mensili) e B super, C super e D super (pari a 10 euro mensili), in possesso della certificazione accreditata secondo la norma UNI 11766:2019 “Attività professionali non regolamentate. Assistente familiare: colf, baby-sitter, badante – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”, che definisce criteri etici di comportamento, compiti, attività e requisiti per ciascuna figura professionale, in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (EQF – European Qualifications Framework) e alla Legge 4/2013 in tema di professioni non organizzate in ordini o collegi.
Il nuovo CCNL punta quindi sulla certificazione accreditata a garanzia della professionalità delle categorie più critiche degli assistenti familiari, a maggiore tutela delle famiglie e dei soggetti fragili. Le figure che hanno ottenuto l’attestazione professionale da un organismo accreditato possono dimostrare le proprie conoscenze e competenze, oltreché il proprio impegno al rispetto di criteri etici di corretto comportamento, e vedere riconosciuto il proprio valore professionale in termini sia di un incremento della retribuzione che di una maggiore competitività. A tale riguardo è importante anche sottolineare che i lavoratori del settore avranno altresì il diritto a fruire di permessi retribuiti fino a 64 ore l’anno per frequentare corsi di formazione professionalizzanti, anche diretti a consentire il conseguimento della certificazione accreditata.
Una vera e propria svolta che pone la qualificazione professionale al centro dell’assistenza familiare, rispetto alla quale Accredia, insieme a UNI e all’Ente bilaterale EBINCOLF che ha promosso l’approvazione della norma UNI e il rinnovo del CCNL, ha svolto un ruolo da protagonista.