Lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha travolto il nostro Paese a inizio anno e i suoi effetti sull’economia sono stati particolarmente pesanti. In un contesto di forte incertezza, le previsioni sul Pil 2020 della nota di aggiornamento al DEF di ottobre sono di una contrazione del 9% che verrebbe recuperata solo dopo diversi anni. Le restrizioni alle attività economiche introdotte per contrastare la pandemia hanno infatti avuto un forte impatto sulle dinamiche di consumo e investimento di imprese e famiglie, stressando i conti economici di intere industrie.
Proprio per analizzare gli effetti della pandemia sul mercato della valutazione della conformità, lo scorso settembre Accredia, in collaborazione con l’Istituto Federale tedesco della Ricerca e del Collaudo dei Materiali (BAM), la Technische Universität di Berlino e l’Istituto Fraunhofer ISI, ha condotto un’indagine presso gli organismi e i laboratori accreditati in Italia.
L’indagine “Corona Monitor”
L’obiettivo dell’indagine “Corona Monitor” è stato verificare l’impatto sul settore delle valutazioni della conformità generato dalle restrizioni alle attività economiche di marzo, e analizzare le prospettive di ripresa con la graduale normalizzazione della situazione economica.
Lo studio, a cui hanno partecipato 240 organismi e laboratori accreditati, approfondisce gli effetti della pandemia da Covid-19 sulla gestione aziendale e sui risultati economici. Viene analizzato inoltre il contesto economico in termini di concorrenza e dinamiche di ripresa della domanda in seguito al graduale allentamento delle restrizioni.
In generale, circa il 30% dei rispondenti ha evidenziato un contesto di maggiore concorrenza da parte degli operatori esistenti, ma anche a causa della nascita di nuovi competitor. Sono soprattutto gli organismi di certificazione dei sistemi di gestione e del personale ad aver verificato tali dinamiche. Gli stessi operatori hanno evidenziato una maggior esigenza di digitalizzazione dei processi aziendali interni, anche a causa della crescente richiesta da parte dei clienti di effettuare le verifiche in modalità da remoto.
I partecipanti
I rispondenti all’indagine sono prevalentemente micro-imprese (53% del totale) e piccole e medie imprese (45,2% del totale) equamente distribuite per tipologia di attività principale: le valutazioni della conformità sono una delle attività; l’organismo o laboratorio opera all’interno di un’organizzazione; le valutazioni della conformità sono l’attività principale.
I 180 laboratori di prova rispondenti rappresentano il gruppo più numeroso di partecipanti all’indagine.
I risultati
La pandemia da Covid-19 ha avuto un forte impatto sugli ordini, riducendo la domanda di valutazione della conformità e influendo negativamente sui conti economici degli organismi e dei laboratori accreditati. Sono soprattutto i primi ad aver verificato una diminuzione della domanda e, in particolare, gli organismi di certificazione dei sistemi di gestione e gli organismi di ispezione.
I partecipanti al questionario non vedono la sopravvivenza della propria attività minacciata nel breve termine, ma le attese di ripresa in seguito alla normalizzazione della situazione economica sono generalmente negative con un alto grado di incertezza. Inoltre, la maggior parte dei soggetti accreditati ha richiesto un sostegno statale, in prevalenza aderendo alla cassa integrazione per contenere i costi del personale.
Per far fronte alla crisi economica conseguente alla pandemia, un operatore su quattro ha rafforzato i servizi proposti alla clientela o ha allargato il perimetro di quelli offerti. Sono stati soprattutto gli organismi di certificazione delle persone ad ampliare la gamma offerta, coerentemente con il maggior impatto subìto, in termini di minore domanda di certificazioni da parte della clientela.
Inoltre, quasi la metà ha rinviato i propri investimenti, mentre uno su dieci ha effettuato investimenti aggiuntivi.
È stato infine chiesto agli organismi e ai laboratori se le restrizioni alle attività economiche del primo lockdown abbiano avuto un impatto sulle attività, e se l’attenuazione delle restrizioni nel periodo settembre-ottobre abbia avuto un effetto positivo: mentre circa il 90% dei partecipanti al questionario ha verificato una riduzione delle proprie attività in seguito al primo lockdown, tale quota è scesa al 63% nel contesto attuale.