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Gli organismi accreditati per il successo dell’agroalimentare di qualità

Pillole di Osservatorio
31 ottobre 2023

I dati 2021 del settore dell’agroalimentare di qualità, presentati nel XX Rapporto ISMEA-Qualivita, certificano una ripresa vigorosa del settore e un valore della produzione che supera i 19 miliardi di euro, anche grazie alla certificazione accreditata.

Il XX Rapporto Ismea-Qualivita 2022 fotografa un quadro del mercato agroalimentare di qualità in netta ripresa dopo la crisi pandemica del 2020. I dati di questa edizione, riferiti al 2021, certificano una produzione DOP IGP agroalimentare e vinicola pari a 19,1 miliardi di euro. Si tratta di una ripresa del +16,1% che, in parte, incorpora un effetto “rimbalzo” rispetto al -2% su base annua registrato nel 2020, ma che colloca il contributo del settore all’agroalimentare nazionale al 21%: più di un quinto della produzione agroalimentare nazionale è certificata DOP IGP.

Nel 2020 il settore aveva dimostrato la sua tradizionale capacità di risposta alle crisi, ma nel 2021 si (ri)colloca su un sentiero di crescita a doppia cifra che, negli ultimi 10 anni, ha reso il comparto, centrale per l’economia nazionale. Anche l’export, tradizionalmente punto di forza del settore, cresce nel 2021 (+12,8%), arrivando ad un valore di 10,7 miliardi di euro. I principali mercati di destinazione si confermano gli USA, la Germania e il Regno Unito.

 


Primi in Europa per le IG


Quello delineato dal Rapporto Ismea-Qualivita 2022 è un quadro di un settore produttivo molto vivace, che coinvolge i giovani, investe in innovazione e costituisce una forza propulsiva per i territori. Le filiere dei prodotti DOP IGP, per natura non delocalizzabili, sono inoltre espressione di un patrimonio economico e culturale che fa da volano per il Made in Italy nel mondo. Il nostro Paese, primo per indicazioni geografiche rappresenta un’eccellenza, quest’anno ancor di più con la registrazione di ben quattro nuove IG: Vincisgrassi alla Maceratese STG, Lenticchia di Onano IGP, Finocchio di Isola Capo Rizzuto IGP e Castagna di Roccamonfina IGP.


Le dinamiche regionali


In generale, il 2021 fa registrare una crescita per 18 regioni su 20 dimostrando una dinamica robusta e diffusa su tutto il territorio nazionale. In un’analisi regionale del valore della produzione DOP IGP sulle prime dieci regioni per impatto economico sul settore agroalimentare, spiccano le dinamiche di Puglia e Veneto, in cui il valore della produzione cresce, rispettivamente, del +34,1% e del +27,7%.


I prodotti certificati DOP IGP


Dall’analisi di dettaglio dei primi 15 prodotti DOP IGP per valore della produzione, emerge il consolidamento del primato di Parmigiano Reggiano, nel comparto cibo, e del Prosecco in quello vino: entrambi registrano un aumento del valore di produzione nel 2021. Nel caso del Prosecco, il valore in milioni di euro passa da 608 a 887 con un incremento del +45,9%. Con poche eccezioni, tutti i prodotti segnano aumenti significativi, dimostrando il crescente riconoscimento delle Indicazioni Geografiche nei mercati nazionali e internazionali.


Le garanzie dell’accreditamento


Un settore come l’agroalimentare di qualità poggia sulla fiducia che i consumatori riconoscono ai prodotti. In Europa, questo è sempre stato un tema di attenzione e tutela: il sistema di controllo basato anche sull’accreditamento alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065 per le attività degli organismi di certificazione privati (a differenza di quelli autorizzati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) garantisce la conformità ai disciplinari di produzione.

Le filiere DOP STG, dopo aver affrontato la crisi pandemica attraverso una risposta “di sistema”, anche grazie ai Consorzi di tutela, e contribuito alla tenuta economica di territori e comunità locali, si confrontano oggi con un contesto geopolitico ed economico complesso. Secondo gli operatori, le attuali problematiche delle filiere DOP IGP si concentrano principalmente sui costi dell’energia, a cui si lega il tema dei trasporti, certamente significativo in un settore così vocato all’export.

Come è stato nel 2020, così oggi, la risposta strategica che sapranno dare le filiere, e a cui Accredia, attraverso l’accreditamento degli organismi di controllo, darà certamente il proprio contributo, sarà decisiva ed efficace. Sarà un’ulteriore conferma della capacità del settore di resistere alle fluttuazioni dell’economia, grazie alla forza legata al riconoscimento e alla fiducia sulla qualità dei prodotti Made in Italy nel mondo.

I dati più recenti mostrano che a fine 2022 erano 29 gli organismi di controllo che operano con l’accreditamento di Accredia, di cui 24 per le produzioni agroalimentari IGP, DOP ed STG e 13 nel mercato vitivinicolo di qualità.