Il lavoro come “vocazione naturale” dell’uomo: così lo rappresentava il filosofo Fourier. Fattore di realizzazione della persona, canale privilegiato di integrazione e di riconciliazione sociale, diritto fondamentale dell’individuo e insieme, secondo la Costituzione italiana, attività che concorre al progresso della società. La sicurezza sul lavoro rappresenta un valore comune non negoziabile, e costituisce la base imprescindibile di uno sviluppo economico sano e inclusivo.
Se questi sono i principi a cui tendere, purtroppo gli incidenti e le morti sul posto di lavoro sono ancora molto diffusi. Sono sempre necessarie misure efficaci e buone pratiche che promuovano la cultura della sicurezza e della prevenzione, per rendere il processo produttivo più efficiente, eliminando e tenendo sotto controllo i principali fattori di rischio.
Promuovere la cultura della sicurezza significa superare una linea di pensiero ancora diffusa secondo la quale l’adempimento all’obbligo normativo, spesso inteso come onere e ostacolo organizzativo, è l’unica condizione per gestire in maniera efficace le prevenzione dei rischi e la tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
Un adeguato sistema di prevenzione deve essere invece alimentato dalla consapevolezza di tutti i lavoratori e può essere implementato grazie alla certificazione volontaria del sistema di gestione per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Allora diventa una componente essenziale di una gestione d’impresa sana ed efficiente, nonché un investimento con potenziali alti ritorni aziendali e sociali: basti pensare che nel 2016 in Italia gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11 milioni di giornate di inabilità, con costi a carico dell’Inail.
Per essere efficace, qualsiasi pratica di prevenzione volta a orientare i comportamenti individuali e collettivi verso la riduzione o eliminazione dei rischi per la salute e la sicurezza, deve essere inclusa nelle strategie d’impresa, non solo come valore etico, ma come fattore di sviluppo organizzativo e di vantaggio competitivo.
La normativa più recente, sia nazionale che internazionale, integra la dimensione individuale del diritto alla salute con la sua dimensione collettiva. Anche a livello socio-culturale è in atto la transizione da un sistema di protezione sociale basato sulla tutela dalle malattie a un sistema incentrato sulla tutela della salute, intesa, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale.
Quello alla sicurezza è oggi un approccio multidimensionale, che prende in considerazione molti aspetti – sanitari, fisici, psicologici, legali, sociali, culturali ed economici – e coinvolge diversi soggetti – istituzioni, parti sociali, imprese e associazioni – individuando come destinatario il singolo lavoratore, ma inserito nella sua comunità di appartenenza.
In questo scenario, molte imprese hanno scelto di dotarsi di un sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro secondo la norma BS OHSAS 18001 e UNI ISO 45001 (che la sostituirà da marzo 2021) e di conseguire la relativa certificazione attraverso un organismo accreditato da Accredia.
Il passaggio da un livello di sicurezza base a un livello di sicurezza certificato comporta un calo del numero di infortuni pari a circa il 16%, e una riduzione della loro gravità del 40%, come dimostra lo studio realizzato da Inail per l’Osservatorio Accredia “La sicurezza sui luoghi di lavoro e la certificazione”, che confronta gli indici infortunistici delle aziende certificate rispetto a quelle non certificate, nei diversi settori identificati dai Grandi Gruppi di tariffa Inail.