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Interventi di restauro, prove di laboratorio a tutela del patrimonio artistico

Notizia
30 ottobre 2018

Grazie alle indagini diagnostiche preliminari è stato possibile realizzare il delicato restauro del gruppo scultoreo vicentino Madonna con il bambino e due angeli portacero.

L’attività dei laboratori accreditati al servizio della conservazione dei beni culturali per il recupero delle opere d’arte. E’ il caso delle sculture Madonna con il bambino e due angeli portacero, un manufatto risalente al XV secolo conservato presso l’Oratorio dei Boccalotti di Vicenza, che proprio grazie alle analisi di laboratorio è stato liberato dai numerosi interventi di restauro precedenti, riacquistando i tratti originari e l’eleganza delle forme.

Nel corso delle operazioni di restauro della Madonna con Bambino e dei due angeli portaceri è stata svolta infatti un’articolata campagna diagnostica, con l’intenzione di definire le caratteristiche dei materiali costituenti gli strati originali e le ridipinture delle epoche successive, ed evidenziarne le principali alterazioni di degrado. Un intervento particolarmente delicato e complesso che ha richiesto tempi lunghi per la metodologia adottata nelle fasi di pulitura e rimozione degli strati di colore. Fin dalla prima osservazione risultava infatti la presenza di un numero elevato di interventi di ridipintura che avevano rivestito gli strati originali.

Le indagini stratigrafiche e chimico-fisiche hanno fornito utili elementi conoscitivi sulle tecniche di esecuzione, e in particolare sui leganti delle ridipinture, chiarendo il metodo da utilizzare per rimuoverle. Sulla base dei risultati analitici ottenuti si è pertanto deciso di procedere con una pulitura molto selettiva degli strati. Gli strati sono stati asportati uno a uno, valutando di volta in volta il livello di degrado dello strato sottostante, e fornendo input utili per decidere se fermarsi al livello ritrovato, o procedere con l’asportazione di quello successivo e andare a recuperare progressivamente la policromia originale.

Nel caso specifico, si è optato per il recupero degli strati originali, la cui integrità e stato di conservazione dei particolari decorativi in oro è stata verificata tramite tecniche diagnostiche termografiche. Una volta rimosse le ridipinture, e con la conoscenza dettagliata del manufatto e dell’estensione residua degli strati originali, si è proceduto a un’ultima campagna di micro-campionamenti atta a caratterizzare le pellicole pittoriche e gli strati preparatori originali.

Le indagini di laboratorio hanno dunque reso possibile il rilievo delle principali patologie di degrado, mettendo in evidenza la consunzione delle diverse pellicole pittoriche, le lievi fratturazioni e le limitate mancanze delle parti lapidee, fornendo un contributo sostanziale alla realizzazione di un intervento conservativo che restituisce leggerezza e originalità dei materiali utilizzati dall’artista.

Il gruppo scultoreo si presenta oggi non solo liberato dalle numerose stratificazioni che lo offuscavano, ma soprattutto in equilibrio con l’attuale stato conservativo, nel rispetto delle “patine” antiche che si sono potute mantenere, delle deformazioni dimensionali e delle mancanze che testimoniano il passaggio del tempo e valorizzano la storia dell’opera.