Appalti pubblici, marcatura CE dei materiali da costruzione, audit da remoto e gestione della pandemia. Il mondo delle valutazioni della conformità ha ormai allargato i suoi orizzonti, abbracciando tutti i settori merceologici e influenzando l’attività di PA e imprese e la vita quotidiana dei consumatori. Come? Lo spiega Paolo Salza, Presidente di Conforma, una delle principali associazioni che rappresentano gli organismi di certificazione e ispezione e i laboratori di prova e taratura.
Una specifica sezione del sito, le nuove Linee guida e, soprattutto, la formazione alle stazioni appaltanti. Accredia ha investito molto sul tema degli appalti pubblici. Ma quali sono le maggiori criticità che ancora incontrano i soggetti accreditati in questo campo?
La maggiore criticità è rappresentata dalle grandi difficoltà che chi partecipa alle gare incontra nell’identificare un quadro stabile dei requisiti di partecipazione e nel determinare i corrispettivi economici. Aspetto che si complica ulteriormente con il frequente ricorso agli accordi quadro, in cui le attività non sono puntualmente indicate e quantificate.
Ci sono ovviamente delle ragioni per questo. Il quadro regolatorio è molto complesso e in continuo divenire, pensiamo al Codice degli Appalti e al suo Regolamento attuativo. Ci sono anche moltissimi interlocutori istituzionali, come il Ministero delle Infrastrutture, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero del Lavoro, ANAC, AGCM. Poi c’è un tema di eterogeneità delle stazioni appaltanti. Andiamo dalle grandi come Consip, Invitalia, ARIA, ai piccoli comuni, che spesso non sono dotati di un proprio ufficio tecnico. E poi c’è un altro tema importante che è l’assenza di un interlocutore unico che rappresenti tutte le stazioni appaltanti.
Preso atto di queste difficoltà di contesto non possiamo nascondere che quello dei bandi è un tema molto serio. Perché un bando mal formulato produce un effetto negativo sul servizio atteso dalla stazione appaltante, in termini di tempistica; produce ricorsi che producono ritardi. A tutto questo si uniscono anche altre problematiche come quello del tema del criterio, utilizzato per l’aggiudicazione.
Il 17 novembre scorso è stata pubblicata una sentenza del Consiglio di Stato, la numero, 7142 che mette in luce errori concettuali relativi all’accreditamento che ancora vengono compiuti dai RUP. Quali sono le iniziative su cui bisognerà puntare nel prossimo futuro per alfabetizzare sulle valutazioni della conformità, le stazioni appaltanti e gli altri soggetti coinvolti nel procedimento dei bandi?
Non dobbiamo farci spaventare dalle difficoltà che abbiamo incontrato fino a oggi ma dobbiamo perseverare e investire tanto su informazione e formazione. L’introduzione di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti era, ed è, uno dei cardini della riforma del sistema dei contratti pubblici, inserito nel nuovo Codice. Bisogna prendere atto che non ci sono stati sviluppi significativi in questo senso.
Sulla formazione delle stazioni appaltanti, l’Infrastruttura per la Qualità può fare molto e lo sta facendo, ad esempio, attraverso l’iniziativa di UNI, Accredia e Itaca a cui Conforma partecipa. Dal canto suo, Conforma sta raccogliendo, attraverso il proprio gruppo di lavoro, alcuni esempi di bandi “critici” che inserirà in un white paper e in un’apposita newsletter da distribuire alle stazioni appaltanti e alle istituzioni coinvolte. E continuerà ovviamente a partecipare e a promuovere iniziative formative, in ottica costruttiva, propositiva e collaborativa.
L’ultima Convenzione firmata tra la PA e Accredia affida all’Ente di accreditamento la qualifica di organismi e laboratori per la marcatura CE dei materiali da costruzione. Un ulteriore attestato di riconoscimento alla certificazione accreditata…
Assolutamente. La Commissione europea promuove da tempo la certificazione accreditata e il coinvolgimento degli Enti di accreditamento nazionali nei processi di autorizzazione e notifica per le attività cosiddetti cogenti. Conforma ha sempre supportato il coinvolgimento del nostro Ente nazionale di accreditamento e sono ormai rimasti pochi, dopo la stipula della convenzione per i materiali da costruzione, i settori in cui il processo di autorizzazione viene gestito direttamente e solamente dall’amministrazione. Il coinvolgimento di Accredia assicura una maggiore uniformità di approccio fra i vari settori.
Entro il 30 aprile 2021, l’Italia dovrà presentare all’UE il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per ottenere i fondi destinati al nostro Paese. Sul piatto ci sono circa 209 miliardi divisi in 6 aree di investimento. Tra questi la rivoluzione verde, la digitalizzazione e la salute. Quale contributo pensa possa dare l’IQ al raggiungimento degli obiettivi fissati nel PNRR?
Sintetizzo la posizione di Conforma in cinque parole: misurabilità, garanzia, competenza, indipendenza e imparzialità. Garanzia, competenza, indipendenza e imparzialità, costituiscono l’essenza della valutazione di conformità accreditata. La misurabilità delle iniziative è invece la condizione imposta dalla Commissione europea per assegnare, a interventi completati, i fondi di Next Generation. Quindi gli organismi di valutazione della conformità sono in grado di misurare in maniera terza, competente e indipendente, l’efficacia e l’avanzamento delle iniziative trasformazionali e di cambiamento che sono contenute nel Next Generation EU e che verranno trasposte nel piano nazionale.
E sono in grado di farlo perché già oggi offrono numerosi servizi sui tre pilastri di Next Generation EU, costituiti proprio da innovazione, transizione energetica e sostenibilità. Questo ruolo della valutazione di conformità accreditata, e in senso più ampio dell’Infrastruttura per la Qualità, è indipendente dalle modifiche che il governo Draghi vorrà eventualmente apportare alla bozza di piano nazionale predisposta dal precedente governo.
L’emergenza Covid-19 ha rivoluzionato anche il modo di concepire le verifiche. Quelle da remoto hanno superato di gran lunga quelle in presenza. E’ pensabile che possano continuare a essere la maggioranza, sia per gli ispettori di Accredia che per gli stessi organismi?
Sono convinto, e anzi auspico fortemente, che le visite da remoto continuino a essere uno strumento di lavoro anche in una fase post pandemia. Questo dovrà avvenire in maniera graduale e selettiva. Dovranno essere adeguatamente preparate e prevedere l’utilizzo di strumenti idonei e affidabili e soprattutto, questo è un punto molto importante, dovranno preservare il ruolo centrale e insostituibile del valutatore e della valutazione competente e indipendente, che continua e continuerà a governare l’intero processo.
Quando poi si parla di strumenti idonei e affidabili non si deve pensare solo alle piattaforme di web conferencing, ma anche ai droni dotati di telecamera ad alta risoluzione e pilotati da operatori qualificati, e ai cyber helmet, dotati di audio bidirezionale, telecamera e visore, utilizzabili per le ispezioni. Se le visite da remoto sono preparate ed eseguite con le giuste modalità possono risultare anche più efficaci ed efficienti di quelle tradizionali, e possono tutelare maggiormente la sicurezza degli operatori e degli ispettori. Si pensi a quei casi in cui un drone si sostituisce all’operatore per accedere a punti difficilmente raggiungibili o situati in ambienti pericolosi.
A livello internazionale, il ricorso alle remote survey, anche in condizioni di normalità, è promosso da TIC Council, la più importante associazione del settore TIC, di cui Conforma è membro. Anche IAF, l’International Accreditation Forum, ha già da tempo sviluppato criteri e condizioni per l’esecuzione delle remote survey.