Dal benessere animale alla cybersecurity, passando per i materiali da costruzione. Il Dipartimento Laboratori di prova di Accredia ha un’agenda ricca di impegni. I temi sul tavolo di lavoro sono complessi così come gli schemi di accreditamento alla base dei settori in espansione: li presenta Silvia Tramontin, Vice Direttore Generale Vicario e Direttore del Dipartimento.
Il nuovo Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale (SQNBA) nasce per rafforzare la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle produzioni di origine animale. In cosa consiste, quali sono i vantaggi e qual è il ruolo degli organismi di certificazione accreditati da Accredia?
Il Sistema Qualità Nazionale per il Benessere Animale (SQNBA) è stato istituito con l’articolo 224 bis della Legge 77/2020 e rappresenta una norma unica di riferimento per la certificazione volontaria del benessere animale: stabilisce le regole generali e i requisiti tecnici con l’obiettivo di tutelare gli animali e di favorire il recupero della competitività nella fase allevatoriale, migliorando la sostenibilità dei processi produttivi e promuovendo la trasparenza nei confronti dei consumatori.
La certificazione sarà rilasciata da organismi di certificazione accreditati da Accredia in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065 e riporterà la specie animale, l’orientamento produttivo e il metodo di allevamento. L’adesione è volontaria e vi possono accedere tutti gli operatori della filiera, dall’allevamento fino alla vendita. Per l’allevamento sono previsti dei requisiti minimi di accesso: l’iter di certificazione infatti può essere iniziato solo se risulta valutato senza non conformità legislative e se supera un punteggio minimo.
In questo senso si inserisce Classyfarm, il sistema nato per categorizzare gli allevamenti in base al rischio e utilizzato anche come “semaforo di accesso” al sistema SQNBA. Per gli allevamenti i requisiti riguardano il benessere, la biosicurezza e la gestione del farmaco. Per gli operatori della filiera post allevamento, è richiesto il rispetto della catena di custodia così da garantire la tracciabilità dell’origine dell’animale allevato in benessere. Esiste però una netta separazione tra i dati presenti in Classyfarm per la categorizzazione del rischio e i dati utilizzati per il percorso volontario di certificazione. Questi ultimi sono il risultato della verifica svolta dal valutatore incaricato dall’organismo di certificazione e riguardano il rispetto dei requisiti di certificazione SQNBA. L’accreditamento degli organismi di certificazione verrà avviato da Accredia appena il decreto che regolerà l’SQNBA sarà pubblicato in Gazzetta.
Secondo il Regolamento europeo 305 del 2011, Accredia ha avviato l’accreditamento dei laboratori che effettuano prove per i prodotti da costruzione e degli organismi che li certificano. Come procede questa nuova attività e quali ulteriori garanzie potremo offrire alle imprese e a tutto il sistema dei lavori pubblici?
A seguito della convenzione tra il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Interno e Accredia, l’Italia si è allineata alle modalità di notifica già in essere negli altri paesi dell’Unione europea, che prevedono l’accreditamento come pre-requisito per l’inserimento degli organismi notificati nella Banca dati Nando.
Sul piano operativo sono stati coinvolti il Dipartimento Certificazione e Ispezione e il Dipartimento Laboratori di prova, in quanto il Regolamento UE 305/2011 prevede Sistemi di controllo e di conseguenza schemi di accreditamento diversi. In particolare, per i Sistemi 1, 1+, 2+ è richiesto l’accreditamento UNI CEI EN ISO/IEC 17065, mentre per il Sistema 3 è richiesto l’accreditamento UNI CEI EN ISO/IEC 17025.
Nella Banca dati Nando sono presenti 75 organismi italiani notificati secondo i diversi sistemi che dovranno via via transitare alla nuova modalità di notifica. Per quanto riguarda il sistema 3, ben 11 organismi che avevano la notifica in scadenza nel corso del 2021 hanno completato l’iter di accreditamento nei tempi previsti. Devo ringraziare le colleghe Signorini e Bargellini per il notevole lavoro svolto, a partire dalla predisposizione della documentazione dedicata a questo tipo di verifica. Nel 2022 prevediamo di ricevere la domanda di accreditamento di altri 21 laboratori. Le prove richieste in accreditamento hanno riguardato diversi prodotti, ad esempio porte, finestre, facciate continue, pavimenti. Durante le verifiche, Accredia ha valutato la conformità dei sistemi di gestione sia rispetto ai requisiti della norma ISO/IEC 17025 che ai requisiti aggiuntivi del Regolamento e del D.Lgs. 106/2017.
Parliamo ora di cybersecurity. Accredia avvierà una ricerca sul ruolo che accreditamento e valutazione della conformità possono ricoprire nel contrastare le minacce in ambito informatico. Il Dipartimento da te diretto cosa sta facendo su questo fronte?
Il Dipartimento Laboratori di prova ha iniziato nel 2019 l’accreditamento secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 dei laboratori che eseguono “vulnerability assessment” a favore dei fornitori di servizi fiduciari, come la firma digitale, la conservazione digitale dei documenti, la posta elettronica certificata, lo SPID. Mediante queste prove i laboratori verificano se i sistemi informatici del cliente presentano potenziali falle di sicurezza tali da permettere l’accesso ai sistemi da parte di persone non autorizzate con il conseguente furto di identità e di dati, frodi, ricatti o altri reati di varia natura.
Inoltre, il Dipartimento Laboratori di prova, insieme al Dipartimento Certificazione e Ispezione, è responsabile dell’attuazione del Regolamento UE 881/2019, il cosiddetto “Cybersecurity Act”, che prevede l’accreditamento ai sensi del Regolamento CE 765/2008, ovvero quello rilasciato da Accredia, degli organismi che dovranno valutare la sicurezza di prodotti e servizi informatici.
In questo senso stiamo collaborando con le autorità governative per la definizione delle specifiche modalità di accreditamento dei laboratori di prova e degli organismi di certificazione. A oggi abbiamo accreditato 6 laboratori nel settore della cybersecurity, che applicano le norme NIST della serie SP 800. I numeri sono esigui rispetto ai 1.239 laboratori accreditati dal Dipartimento, ma riteniamo sia un settore in crescita considerando anche la spinta del PNRR verso la digitalizzazione.
La tua recente nomina a Consigliere nel Comitato Centrale della Federazione in Fnovi ci permette di delineare le prospettive di crescita della figura dei veterinari, i cui margini di sviluppo e responsabilità sembrano ampi nel futuro con un collegamento sempre più stretto con il mondo dell’accreditamento. Cosa puoi dirci in merito?
Personalmente sono molto orgogliosa di esser stata eletta nel comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari e spero di poter mettere a servizio dei colleghi la mia esperienza maturata nel mondo della certificazione accreditata. Proprio su questo tema è stata evidenziata la necessità di poter valorizzare la loro esperienza attraverso un titolo rilasciato da un ente terzo, laddove non ci siano scuole di specializzazione attivate dall’Università.
Nell’ottobre scorso è stato firmato l’accordo tra Fnovi e Certing, organismo di certificazione del personale accreditato, per l’attivazione dello schema di certificazione “Medico Veterinario Certificato esperto in…” sotto accreditamento. L’obiettivo è dare valore all’esperienza maturata dai professionisti in settori specifici valorizzando la carriera lavorativa. Infatti la certificazione delle competenze è un sistema finalizzato al riconoscimento delle capacità e delle conoscenze acquisite nel corso dell’esperienza lavorativa.
L’accordo con Certing ha gettato le basi per la certificazione accreditata delle competenze dei medici veterinari ma dobbiamo ancora lavorare molto. Per esempio, definendo i requisiti che il professionista deve dimostrare, compresi i requisiti di chi dovrà eseguire la valutazione dei colleghi e le regole per il rilascio della certificazione. Nel futuro immaginiamo la convivenza di professionisti certificati con altri non certificati. Ad esempio nel settore degli animali da compagnia, ci potrà essere il veterinario certificato per le sue competenze in uno specifico settore che affiancherà il collega ambulatoriale.