I primi accreditamenti, in Italia, furono rilasciati alla fine degli anni ’70 dagli Istituti di Metrologia di Torino a favore di laboratori di taratura. Il valore dell’accreditamento (attestazione di terza parte della competenza tecnica dell’organizzazione che viene valutata) si estese presto al campo dei laboratori di prova, ma è con la nascita degli organismi di certificazione, e con i numerosi riconoscimenti per i certificati da essi rilasciati per i sistemi di gestione della qualità (norma UNI EN ISO 9001) che tale crescita diventa impetuosa e vanno a determinare una “riconoscibilità” sempre più ampia. In questo percorso vanno segnalati alcuni passaggi che rappresentano delle pietre miliari: prima del nuovo millennio gli Enti di accreditamento costituiscono associazioni internazionali e un sistema di Accordi di mutuo riconoscimento, grazie ai quali le certificazioni – così come le prove di laboratorio o i rapporti di ispezione – con la copertura dell’accreditamento, acquisiscono presto il valore di “passaporto” per i prodotti, i servizi e le persone certificate sotto accreditamento.
Nel 2008, poi, l’Europa regolamenta con un “pacchetto legislativo” l’accreditamento, attribuendogli il valore di “pubblica Autorità nell’interesse generale” e così facendone uno strumento basilare per la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone nel Mercato Unico europeo. L’Italia è parte integrante di questo disegno e l’Ente nazionale di accreditamento (Accredia) partecipa da protagonista ai diversi network, europei e mondiali. In questo contesto, la certificazione delle competenze di profili professionali specialistici è un percorso sempre più diffuso, come spiega Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia, sulla rivista Medmagazine, offrendo un focus sulla certificazione delle persone nel settore sanitario.
Accredia ha accreditato 71 organismi per la certificazione delle persone, che hanno rilasciato oltre 350mila certificati. Una spinta notevole, in questa direzione, si è avuta con la Legge 4/2013, che ha regolamentato le cosiddette “nuove professioni”, determinando un ricorso sempre più massiccio alla definizione di norme o Prassi di Riferimento UNI, che sono il principale presupposto tecnico per il rilascio delle certificazioni.
La Legge 4/2013 esclude le professioni regolamentate, con un esplicito riferimento a quelle sanitarie ed alle cd “ordinistiche”. Ma paradossalmente, dopo l’approvazione della legge sono diventati sempre più numerosi gli ambiti in cui proprio i professionisti “tradizionali”, attraverso gli Ordini nazionali, sollecitano il rilascio delle norme o comunque promuovono forme di certificazione, avvalorate dall’accreditamento. Il campo più rilevante, sul piano quantitativo, è quello degli ingegneri, ma a breve seguiranno i veterinari.
E, certo non ultimo, anche il vasto settore della sanità evidenzia un interesse crescente, che Accredia è impegnata ad assecondare, con un impegno nella promozione e agendo anche da raccordo con le Autorità nazionali: Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, che sono Soci dell’Ente con un ruolo molto attivo.
Per le professioni specialistiche del settore medico-sanitario, una svolta importante si è avuta con la Prassi di Riferimento UNI/PdR 64:2019, per il profilo professionale di “Medico Esperto” (declinato più specificamente in 6 sezioni), frutto della collaborazione e dell’iniziativa di System Academy e dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD).
La presenza di tale Prassi – emessa sotto il manto di UNI e poi sfociata in certificazioni accreditate, che hanno già riconosciuto 256 professionisti – fornisce ampie garanzie al mercato, al sistema sanitario pubblico e privato, e ai pazienti, senza dimenticare che potrebbe portare a ridurre i premi assicurativi, visto che la certificazione contribuisce alla riduzione del rischio.
L’ambito sanitario è ovviamente uno dei settori più regolamentati, quindi l’avvio di questo percorso volontario di qualificazione non può che rappresentare un precedente di particolare valore, specie considerando il parere positivo espresso dal Ministero della Salute. E’ dunque facile immaginare che presto altri e rilevanti gruppi di professionisti operanti nel Sistema Sanitario Nazionale si avvicineranno al mondo delle certificazioni accreditate.