Più volte, in passato, gli Organi della Giustizia Amministrativa hanno pronunciato sentenze sul controverso tema dell’avvalimento.
Ora un nuovo punto, contrario a una applicazione estensiva e indiscriminata di tale istituto, viene segnato con la sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato, sez. V, e depositata il 28 luglio scorso (n. 3698/2015).
Con tale pronunciamento, il Consiglio di Stato – confermando un’interpretazione già sostenuta dall’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici e condivisa da ACCREDIA – stabilisce che le certificazioni di sistema di gestione per la qualità costituiscono un requisito strettamente soggettivo e personale e, pertanto, vanno escluse dai requisiti che possono essere soddisfatti, a beneficio dell’impresa ausiliata, mediante il possesso “conferito” da un’impresa ausiliaria.
La sentenza corrisponde agli auspici che il Comitato di Indirizzo e Garanza di ACCREDIA, con il conforto unanime delle parti interessate presenti nell’Ente, aveva espresso con il position paper approvato ad aprile 2014, che aveva sottolineato quanto fosse incoerente e paradossale applicare l’avvalimento all’accreditamento e a tutte le certificazioni di sistema (ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001…).
Particolarmente importanti le motivazioni, che parlano delle certificazioni UNI EN ISO 9001 come di un elemento atto a confermare “la capacità dell’imprenditore di organizzare i propri processi produttivi e le proprie risorse al fine di corrispondere, nella maniera più opportuna, alle richieste della stazione appaltante […] la certificazione costituisce la conclusione di un percorso che vede impegnata l’intera struttura aziendale; quindi proprio la stretta relazione che sussiste tra l’ottimale gestione dell’impresa nel suo complesso e il riconoscimento della qualità rende tale certificazione un requisito connotato da un’implicita soggettività (anche se rientra fra i requisiti di ordine speciale e, più precisamente, tecnico-organizzativo) e come tale non cedibile ad altre imprese se disgiunta dall’intero complesso aziendale in capo al quale è stato riconosciuto il sistema di qualità”.
La sentenza cade in un momento assai delicato, dal momento che il Parlamento è alle prese con la definizione della delega che affida al Governo la revisione della normativa inerente gli appalti pubblici, attraverso il recepimento delle recenti Direttive comunitarie in materia.
ACCREDIA auspica che l’orientamento del Consiglio di Stato possa essere confermato nella nuova disciplina, modificando la normativa vigente, che ha consentito un uso quanto meno improprio dell’istituto dell’avvalimento.
La sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, n. 398/2015, depositata il 28 luglio 2015 è consultabile sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa.
Il Position Paper ACCREDIA “Avvalimento della certificazione e dell’accreditamento” del 2 aprile 2014 è pubblicato in allegato.