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Prospettive per l’export dei prodotti e servizi certificati a marchio Halal

Notizia
03 maggio 2016

Il 13 aprile scorso, Emanuele Riva, Direttore dei Dipartimento Certificazione e Ispezione, è intervenuto ad Amsterdam alla Tavola Rotonda organizzata dalla Commissione europea e dal Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) sul nuovo schema di certificazione dei prodotti a marchio “Halal” elaborato da ESMA, l’Autorità degli Emirati Arabi Uniti per la normazione e la metrologia.

Già nel 2014, il Governo emiratino ha  adottato il Regolamento per il controllo dei prodotti Halal (Cabinet Decree of The United Arab Emirates n. 10 del 2014) in base al quale i prodotti che dichiarano di rispettare i requisiti Halal negli Emirati Arabi Uniti devono essere certificati da un Organismo accreditato da ESMA e riportare il marchio “Halal National Mark”.

Il 20 ottobre 2015 a Milano, all’interno di EXPO, ACCREDIA ha siglato un Protocollo di Intesa con ESMA, in base al quale le certificazioni rilasciate da Organismi accreditati da ACCREDIA in conformità allo standard emiratino UAE.S. 2055-2 saranno riconosciute dalle Autorità degli Emirati.

La Commissione europea, a sua volta, con nota pubblica dell’11 dicembre 2015, ha diffuso a tutte le parti interessate le scadenze indicate da ESMA per la piena implementazione della normativa, fissando il seguente calendario per gli Organismi che vorranno certificare i prodotti Halal:

  • Entro il 1° marzo 2016, tutti gli Organismi di certificazione che vogliano rilasciare certificazioni Halal in conformità al Regolamento, compresi gli Organismi operanti nell’Unione europea, dovranno essersi registrati presso ESMA.
  • Entro il 1° gennaio 2017, tutti gli Organismi di certificazione dovranno essere accreditati in conformità allo schema di certificazione definito da ESMA.
  • Dal 1 ° gennaio 2017, i certificati non conformi allo schema non saranno più riconosciuti dalle Autorità degli Emirati Arabi Uniti.

Ciò significa che dal 1° gennaio 2017, potranno essere esportati sul mercato emiratino in qualità di prodotti Halal soltanto quelli che riporteranno il marchio “Halal National Mark” conforme alle regole di certificazione fissate da ESMA.

Il campo di applicazione del provvedimento include alimenti e bevande, macelli, cosmetici, prodotti farmaceutici e, potenzialmente, anche servizi quali l’ospitalità e l’assistenza sanitaria, e la certificazione si applica “farm to fork” coprendo anche il packaging.

Per l’implementazione del nuovo schema di valutazione della conformità, ACCREDIA, tra i pochi Enti di accreditamento in Europa ad essersi già attivata, ha predisposto un apposito piano di formazione congiunta per gli ispettori che svolgeranno le verifiche e sta definendo insieme a ESMA le regole per l’accreditamento e la certificazione.

Potranno fare domanda di accreditamento sia Organismi di certificazione che seguono nella loro interezza le prescrizioni islamiche, sia gli Organismi di certificazione che volessero dedicare solo un apposito dipartimento o ramo d’azienda a quest’attività.

In questo modo, i prodotti del Made in Italy certificati “Halal” da Organismi accreditati da ACCREDIA potranno accedere al mercato emiratino e in generale potranno essere più facilmente esportati nei mercati dei Paesi in cui è forte la presenza di consumatori di fede musulmana.

Nel 2015, l’Italia è risultata al settimo posto in assoluto tra i Paesi fornitori degli Emirati Arabi e terzo tra i partners europei, e l’export dei prodotti Made in Italy ha registrato valori molto positivi, superando quota 6 mld. di euro, così come l’interscambio totale (oltre 7 mld. di euro) e il surplus della bilancia commerciale (oltre 5.3 mld. di euro).

In allegato:

  • Presentazione di EU-GCC – Comitato congiunto della Commissione europea e del Consiglio di cooperazione del Golfo – sul nuovo schema di certificazione Halal degli Emirati Arabi Uniti;
  • Regolamento degli Emirati Arabi Uniti per il controllo dei prodotti Halal “Cabinet Decree No. (10) for 2014 on UAE Regulations for Control on Halal Products”;
  • Comunicato della Commissione europea “Note for the attention of the Trade Policy Committee” dell’11 dicembre 2015.