Anche nel 2018 l’Italia mantiene il primato mondiale per numero di Indicazioni Geografiche (IG). Secondo il Rapporto 2018 Ismea – Qualivita sono infatti 822 i prodotti italiani a marchio di qualità DOP, IGP e STG registrati a livello europeo, di cui 299 per il comparto agroalimentare e 853 per il mercato vitivinicolo, su un totale di 3.036 prodotti nel mondo.
È un’eccellenza italiana, quella dell’agroalimentare di qualità, legata a doppio filo con uno stile di vita riconosciuto a livello internazionale come più salubre e sostenibile. La dieta mediterranea, esportata in tutto il mondo come modello nutrizionale, è sempre stata associata a valori quali la salute e il benessere, il rispetto dell’ambiente e dei territori. Alla base di questo modello ci sono la qualità e la sicurezza quotidianamente garantite da un sistema di controlli in cui operano organismi pubblici e privati accreditati da Accredia e autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo.
Esportare prodotti legati a un territorio e a tradizioni culturali ben definite equivale a esportare cultura. Una cultura che i consumatori in tutto il mondo riconoscono e premiano, come dimostrano gli 8,8 miliardi di euro di valore dell’export 2017 delle Indicazioni Geografiche, in aumento del 4,7% rispetto al 2016 e pari al 21% dell’export agroalimentare italiano. Con un valore alla produzione di circa 7 miliardi di euro per il food e oltre 8 miliardi per il settore wine, le IG sono un traino per tutta l’industria agroalimentare italiana e contribuiscono al 18% del valore economico complessivo del settore a livello nazionale.
Oltre all’export, tirano i consumi interni delle indicazioni geografiche, grazie al trend positivo nella grande distribuzione organizzata, che registra in un anno +6,9% per le vendite di prodotti alimentari e +4,9% per i vini DOP e IGP. La GDO, con le sue dinamiche di crescita, arriva a rappresentare nel 2017 il 56,2% delle vendite delle indicazioni geografiche food & wine, consolidando il ruolo di driver indiscusso per la distribuzione dei prodotti di qualità a marchio DOP, IGP e STG.
A livello europeo, su circa 3.000 prodotti a indicazione geografica, 822 sono italiani, circa 150 in più rispetto alla Francia, che è il secondo Paese per numero di prodotti registrati. Guardando al solo settore food, con 299 IG, mediamente l’Italia rappresenta il 21% delle denominazioni europee arrivando a una quota di circa il 30% nei settori oli e grassi e ortofrutticoli e cereali.
Tali numeri delineano un mercato dei prodotti DOP, IGP e STG in costante crescita e di primaria importanza per l’economia del nostro Paese. La fiducia dei consumatori nelle certificazioni di qualità degli alimenti è garantita da un sistema europeo dei controlli, finalizzato a verificare la conformità dei prodotti ai disciplinari di produzione riconosciuti, monitorando nel contempo l’uso dei nomi registrati sui prodotti immessi in commercio.
Tale sistema è basato, oltre che sulla vigilanza affidata all’Autorità pubblica e all’autocontrollo dei produttori, sulle attività degli organismi di controllo pubblici e privati autorizzati dal MIPAAFT, che nel caso di soggetti privati devono essere anche accreditati da Accredia. Il rispetto dei disciplinari di produzione da parte degli operatori DOP, IGP e STG è fondamentale per il buon funzionamento dei mercati, ed è basata proprio sul sistema dei controlli di cui Accredia è parte integrante, dal momento che rilascia gli accreditamenti agli organismi che operano in conformità ai Regolamenti europei applicabili e agli standard e documenti tecnici applicabili.
Nel 2018, le attività di verifica di Accredia in questo settore, tra visite presso gli organismi e visite in accompagnamento presso le aziende certificate, hanno raggiunto le 142 giornate di valutazione e hanno riguardato 29 organismi di controllo.
Di questi, 25 sono accreditati per la certificazione dei prodotti agroalimentari ai sensi del Regolamento UE 1151/2012, e 9 operano sotto accreditamento nel mercato vitivinicolo, in cui si applicano i Regolamenti UE 1306 e 1308/2013.