Tra gli strumenti volontari a disposizione delle imprese, la certificazione rilasciata dagli organismi accreditati per Ecolabel, Emas, UNI EN ISO 14001 contribuisce al raggiungimento di un modello di sviluppo e consumo sostenibile per l’ambiente. E’ quanto emerge dall’edizione 2018 dell’Annuario dei dati Ambientali, realizzato dall’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in collaborazione con le Agenzie regionali nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente (SNPA).
306 indicatori per un totale di circa 150mila dati, organizzati in 460 tabelle e 635 figure, che descrivono una moltitudine di fenomeni legati al tema ambientale, dalla biodiversità al clima, dall’inquinamento atmosferico alla certificazione e registrano le informazioni ufficiali sullo stato di salute dell’ambiente in Italia, utili al decisore pubblico per tracciare le proprie policies. Tra i dati raccolti nell’Annuario ISPRA-SNPA, figura il numero di siti aziendali certificati sotto accreditamento Accredia, in possesso di un sistema di gestione ambientale conforme alla UNI EN ISO 14001. I dati rivelano che la certificazione accreditata dei sistemi di gestione ambientale ha avuto negli anni una sempre maggiore diffusione tra le imprese.
L’Italia, con oltre 20mila siti aziendali certificati dagli organismi accreditati, è infatti oggi tra i primi paesi in Europa e nel mondo per numero di certificazioni rilasciate. L’analisi delle variazioni annuali nel periodo 2013 – 2018 mostra il trend migliore dei siti certificati per la UNI EN ISO 14001 rispetto agli altri sistemi di gestione.
Tra i primi 20 settori IAF per numero di siti aziendali con un sistema di gestione certificato sotto accreditamento per la UNI EN ISO 14001, si rileva l’assoluta predominanza del settore delle costruzioni, insieme a una percentuale contenuta, e pari al 10%, di quota di certificazioni ambientali rispetto al totale delle certificazioni per i sistemi di gestione.
Questa situazione riflette lo sviluppo delle certificazioni di sistema di gestione alla luce dell’istituzione di AVC pass, che nel 2014 ha obbligato le aziende del settore delle costruzioni (IAF 28) a comunicare i propri dati, ai fini della partecipazione ai bandi pubblici, solo se certificate per la qualità ai sensi della UNI EN ISO 9001. Tale posizionamento (e quota) per il settore è dunque giustificato dalla diffusione dei sistemi di gestione integrati “qualità, ambiente, sicurezza” certificati dagli organismi accreditati, in conformità alla UNI EN ISO 9001, oltre che alle norme UNI EN ISO 14001 e UNI ISO 45001.
La presenza dei sistemi di gestione ambientale è molto diffusa anche nei settori legati alla fornitura di servizi energetici. Nelle aziende del riciclo e della fornitura di energia elettrica, 3 certificazioni su 4 riguardano proprio la UNI EN ISO 14001.
Tra le possibili motivazioni della crescente diffusione dei sistemi di gestione ambientale, può aver contribuito a rafforzare e consolidare l’utilizzo di tali strumenti l’esplicito richiamo alla UNI EN ISO 14001 nei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nei bandi di gara per gli acquisti verdi della PA.
In generale, i vantaggi derivanti da una certificazione ambientale ottenuta sotto accreditamento, che riguarda anche EMAS, investono molteplici aspetti dell’azienda che vanno oltre la riduzione degli impatti sull’ambiente. Miglioramento della reputazione e delle relazioni con gli stakeholder e posizionamento competitivo dell’impresa sono alcuni degli ulteriori benefici che le imprese segnalano a seguito della certificazione. Le certificazioni ambientali sono anche uno stimolo a innovare attraverso l’attivazione di nuovi investimenti, che spesso porta a innovare anche l’ultimo anello della catena, i prodotti.
Ciò è sempre più vero con la diffusione delle certificazioni conformi alla nuova norma ISO 14001:2015 che pone un particolare accento sul life cycle thinking. Con tale impostazione vengono presi in considerazione i possibili impatti ambientali dei prodotti e/o servizi a partire dalle fasi del reperimento delle materie prime fino allo smaltimento/recupero finale.
La normazione e le valutazioni di conformità accreditate vanno nella direzione tracciata a livello europeo: le policies ambientali richiedono infatti una visione organica e di lungo periodo. Nell’ambito delle azioni strategiche individuate dall’Unione europea attraverso i Piani d’azione ambientali, gli strumenti volontari come la certificazione rappresentano un elemento essenziale in quanto si basano sulla responsabilizzazione diretta dei produttori che, attraverso l’eco-design e le migliori tecniche disponibili favoriscono la transizione verso un’economia verde e sostenibile.
Politiche ambientali di medio-lungo termine devono peraltro maturare da una maggiore consapevolezza dei rischi ambientali e basarsi su rilevazioni accurate e dati affidabili per essere attuate. I dati del Rapporto ISPRA, relativi alla situazione climatica del nostro Paese, del resto, non sono confortanti. L’Italia è caratterizzata da siccità, con una precipitazione cumulata media al di sotto della norma del 22% e un dissesto idrogeologico che ha causato 172 eventi di frana. In uno scenario a tratti preoccupante, l’innalzamento medio della temperatura è stato pari a +1,30 °C, le emissioni totali di gas serra sono diminuite progressivamente a partire dal 1990 arrivando ad una riduzione complessiva del -17,5%.
Anche i consumatori quindi, attraverso le proprie scelte, ricoprono un ruolo fondamentale nell’indirizzare il mercato verso prodotti a ridotto impatto ambientale, mentre per le imprese, ottenere la certificazione da un organismo accreditato, significa compiere l’ormai necessaria “trasformazione green”.