Un giorno speciale. Un giorno da curare nei minimi particolari. In cui le emozioni giocano un ruolo di primo piano. Il matrimonio è per i futuri sposi un momento importante nella vita di coppia. Ecco perché in molti negli ultimi tempi scelgono di affidarsi a un wedding planner, un professionista del settore con cui pianificare ogni singolo dettaglio della giornata.
Un business, quello dei matrimoni, che oggi coinvolge circa 83 mila imprese, tra wedding planner, atelier di abiti da sposa e cerimonia, bomboniere, fiori, riprese foto e video, catering per gli eventi, location da sogno e hotel, con un giro d’affari che ammonta a circa 15 miliardi e una crescita annuale stimata intorno al 2%.
Da oggi, grazie alla certificazione accreditata del wedding planner secondo la Prassi di riferimento UNI/Pdr 61:2019, i futuri sposi potranno rivolgersi a professionisti competenti, in termini di conoscenza, abilità, responsabilità e autonomia. L’Italia è il primo Paese in Europa a certificare queste figure e Accredia, lo scorso 16 luglio, ha rilasciato il primo accreditamento a un organismo per la certificazione del wedding planner.
La Prassi di riferimento, elaborata da UNI e altre parti interessate, compresa AIWP, l’Associazione Italiana dei Wedding Planner, definisce i requisiti di due tipologie professionali, che devono essere verificati da un organismo accreditato ai fini del rilascio della certificazione. Sono il Wedding Planner e il Destination Wedding Planner, che si occupa di organizzare matrimoni sia per italiani su territorio estero che per stranieri su territorio italiano. Un business, anche questo, molto redditizio, calcolando che la sola fetta più grande di questo mercato, quella proveniente dagli Stati Uniti, registra una spesa media per matrimonio che supera i 59 mila euro.
Trattandosi di professioni “non regolamentate”, ovvero non organizzate in ordini e collegi, la certificazione accreditata permette al consumatore finale, ma anche al partner commerciale, di scegliere un professionista che si definisce competente non sulla base di una dichiarazione autoreferenziale, ma attraverso l’attestazione di un soggetto indipendente e imparziale, qual è l’organismo accreditato. La normativa di riferimento fa capo alla Legge 4/2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”.
Il valore della certificazione risiede infatti nella effettiva codifica dei requisiti del servizio, questo il ruolo della Prassi di riferimento, e nella certificazione di parte terza della corrispondenza del servizio erogato al documento normativo UNI. Una vera e propria tutela per i futuri sposi. Accredia, per il ruolo che le compete, verifica quindi la competenza, l’imparzialità e l’indipendenza degli organismi incaricati di rilasciare la certificazione e di eseguire i controlli periodici, che devono confermare il mantenimento dei requisiti.
La certificazione, che può essere richiesta sia da singoli professionisti che da organizzazioni di qualsiasi dimensione e forma giuridica, prevede il superamento di due esami, uno scritto e uno orale, e ha la validità di 5 anni, con un controllo annuale per il mantenimento della qualifica.
“Negli ultimi anni – specifica Emanuele Riva, Vice Direttore Generale di Accredia – i professionisti non regolamentati hanno capito l’importanza della certificazione accreditata come strumento per farsi riconoscere le proprie competenze a livello internazionale. Oltre al diploma e alla laurea – conclude Riva – questo strumento offre la possibilità di dimostrare quello che si è imparato sul campo, che si è in grado di fare, mettendosi in gioco ogni giorno e confrontandosi con persone che fanno lo stesso lavoro”.