Competenze e capacità certificate con la possibilità di spenderle anche sul mercato internazionale. Agli ingegneri italiani, dal luglio scorso quando ha ottenuto l’accreditamento di Accredia, l’Agenzia Nazionale per la Certificazione delle competenze degli Ingegneri – CERTing, offre un’opportunità in più per raggiungere e mantenere uno standard di qualità professionale elevato e costantemente aggiornato. Si tratta del nuovo processo di certificazione volontaria previsto per gli ingegneri iscritti all’albo nazionale.
Attraverso CERTing, proprietario dello schema che ne definisce i requisiti, questa certificazione implica una verifica periodica delle conoscenze, dell’aggiornamento professionale e delle abilità possedute. Una garanzia, quindi, sia per il professionista che per il cliente, l’impresa o la pubblica amministrazione che a lui si affida.
Sarà così per diversi profili professionali, dall’ingegnere aerospaziale a quello biomedico, passando per quello elettronico, chimico, energetico, dell’informazione, navale, meccanico e ancora della sicurezza, dei sistemi edilizi, delle infrastrutture e trasporti, gestionale e dei sistemi di qualità, forense, geotecnico, idraulico e strutturista.
“La novità importante di questa certificazione, rilasciata da organismi accreditati secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024, è che è stata voluta proprio dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri Italiani – fa notare il Presidente Armando Zambrano – proprio per rendere attuale quella funzione di ‘garanzia’ a tutela della collettività che è alla base dell’istituzione degli Ordini professionali. La certificazione ci permette di conoscere meglio gli iscritti all’albo e seguirne l’evoluzione professionale, valorizzando le capacità ‘attuali’ e non solo quelle presentate al momento dell’iscrizione. In questo modo si possono offrire alla società informazioni comprovate di effettiva utilità”. In futuro questo schema di certificazione, che è nato “aperto”, sarà esteso a tutti gli ingegneri, anche non iscritti, e potrà essere utilizzato – con le opportune modifiche – da altre professioni.
Insomma, una maggiore garanzia circa le competenze di quel determinato ingegnere…
Proprio così. Prima di tutto è importante specificare che esistono due livelli di certificazione, CERTing e CERTing Advanced. L’ingegnere che vuole avvalersi della certificazione CERTing, deve aver maturato un’esperienza dopo la laurea di almeno quattro anni, di cui minimo due nel settore dell’ingegneria in cui richiede la certificazione. Per la certificazione Advanced è richiesta invece un’esperienza non inferiore a sette anni, di cui almeno cinque nel settore specifico. In questo modo la certificazione garantisce le competenze acquisite dal professionista sul campo, apportando un’ulteriore garanzia che sappia fare quel lavoro specifico, data l’esperienza maturata che viene certificata. Prevedendo, tra l’altro, per quello stesso ingegnere, un costante aggiornamento nell’ambito di competenza. La certificazione ha validità di tre anni e la valutazione viene fatta da ingegneri o – se del caso – da altri professionisti/esperti pre-qualificati dall’Agenzia. Insomma, specialisti dello stesso settore, che ne conoscono il “linguaggio” e sanno bene cosa succede “in campo” e come si opera “in campo”.
In questo senso si parla di schema di certificazione sul modello anglossassone?
Esattamente. L’Italia appartiene alla tradizione ordinistica in cui la professione di ingegnere può essere svolta solo da chi ha superato l’esame di stato, accedendo così all’Ordine di riferimento. In Inghilterra, invece, questo passaggio non avviene. Come dicevo prima, lo schema di certificazione previsto da CERTing permette di riconoscere sia le conoscenze acquisite con gli studi sia l’esperienza professionale ottenuta con la pratica in campo. Attività questa, presentata dall’ingegnere al momento della richiesta e che deve essere facilmente tracciabile e verificabile.
E’ dunque una garanzia di competenza per il cliente ma anche un modo per valorizzare la stessa oltre i confini nazionali…
Il modello di CERTing, infatti, a cui fanno riferimento anche le altre certificazioni in Europa come AQPE e AIPE in Spagna o IPF in Francia – organismi con i quali abbiamo stipulato accordi di mutuo riconoscimento – permette di valorizzare le competenze acquisite in un determinato contesto professionale, vedendosele riconosciute nel mercato europeo del lavoro. Un modo per favorire la competitività dei nostri ingegneri in un mercato che sempre più spesso travalica i confini nazionali.
Qual è stata la risposta degli ingegneri di fronte a questa nuova certificazione?
Una buona risposta, visto che siamo partiti in sordina, in modo sperimentale e solo con alcuni Ordini provinciali. Aspettavamo di mettere a punto il meccanismo e, soprattutto, di ottenere l’accreditamento per acquisire non solo autorevolezza ma anche per sgombrare il campo dal sospetto che quello attuato potesse essere un meccanismo autoreferenziale. Ora partirà una campagna di comunicazione rivolta sia ai colleghi che al mercato, per far conoscere la certificazione CERTing e auspichiamo che un numero importante di ingegneri si andrà ad aggiungere ai 300 colleghi attualmente certificati.
Qual è invece il compito dei soggetti che hanno contribuito alla creazione dello schema, ovvero Accredia, l’Ordine degli Ingegneri e CERTing?
Senza dubbio promuoverla e sottolineare il fatto che chi ne è in possesso, ha un plus da esibire, convalidato dal sistema ordinistico e garantito da Accredia. Ha competenze validate, raggiunte sul campo e continuamente aggiornate. Una garanzia per chi cerca un ingegnere che andrebbe valorizzata anche nei bandi pubblici.