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Pazienti più tutelati, anche i diabetologi ricorrono alla certificazione

Notizia
20 ottobre 2019

Trifiletti, Direttore Generale di Accredia: “I diabetologi sono i primi professionisti della salute in Italia a scegliere la certificazione sotto accreditamento. Un precedente significativo, in uno dei settori più regolamentati del nostro paese”.

In un mercato del lavoro in continua evoluzione, in cui crescono le professioni autonome, aumenta la domanda di specialisti, e gli stessi professionisti cambiano spesso lavoro, fornire garanzie sulle proprie competenze e aggiornarsi costantemente è sempre più importante. E la certificazione accreditata diventa uno strumento oggettivo e imparziale per attestare le conoscenze teoriche, le abilità pratiche e le competenze specifiche della propria professione, facendosi valutare e certificare da un organismo terzo e indipendente, sulla cui competenza vigila Accredia.

Sarà così anche per i medici diabetologi che, grazie all’Associazione Medici Diabetologi (AMD), insieme al The System Academy, potranno richiedere di essere certificati proprio da un organismo accreditato da Accredia per verificare la loro competenza secondo la Prassi di Riferimento UNI/PdR 64.5:2019. Una notizia importante per un Paese come l’Italia, dove oltre tre milioni di persone (fonte Istat) dichiarano di essere affette da diabete. Il valore della certificazione accreditata per i professionisti è testimoniata dal fatto che i diabetologi appartengono a uno dei settori tra i più disciplinati, come quello sanitario, e sono inquadrati in un Ordine di lunga tradizione, già ampiamente regolamentato.

Oggi sono oltre 300 le figure professionali che possono richiedere una certificazione delle proprie competenze a uno dei 58 organismi accreditati in base alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024 per svolgere tale attività, e oltre 200 mila i professionisti che hanno già scelto la certificazione. Solo nel 2019 è cresciuto di circa il 50% il numero dei profili professionali per i quali viene rilasciata la certificazione garantita dall’accreditamento di Accredia.

“Numeri che dimostrano il valore della certificazione accreditata, considerata ormai uno strumento affidabile per garantire il mercato sulle competenze del professionista, che otterrà a sua volta una maggiore reputazione e credibilità – fa notare il Direttore Generale di Accredia, Filippo Trifiletti –. Mi piace sottolineare che il valore della certificazione per i diabetologi non è solo rappresentato dalla garanzia che a rilasciare l’attestazione sia un organismo verificato da Accredia, ma anche dal fatto che una volta ottenuta non vale per sempre. Quella in ambito sanitario, ad esempio, ha durata cinque anni, al termine dei quali il professionista, già controllato annualmente, deve sottoporsi a nuovi esami se vuole ottenere il rinnovo della stessa. Infine – conclude Trifiletti – il mutuo riconoscimento internazionale del certificato accreditato che un professionista, sanitario e non, può far valere all’estero rappresenta un vantaggio in più per coloro che desiderano svolgere la professione anche al di fuori dei confini nazionali”.

La certificazione ottenuta è quindi un valore aggiunto, un surplus rispetto ai titoli di studio e ai percorsi formativi obbligatori e fornisce garanzie al mercato, al sistema sanitario pubblico e privato, e ai pazienti, che potranno contare su un’assistenza di maggiore qualità. Ma anche ai medici diabetologi stessi che, decidendo di farsi valutare da un organo di parte terza, valorizzeranno la propria formazione ed esperienza, rafforzando la reputazione nei confronti del mercato e dei pazienti. In più, la certificazione, contribuendo alla riduzione del rischio, permetterà di ridurre i premi assicurativi.

“In linea con una tendenza diffusa a livello internazionale, anche in Italia il mondo delle professioni sanitarie è entrato in un processo di cambiamento culturale che pone l’attenzione sulla necessità di valutare le competenze pratiche e specialistiche degli operatori, secondo modalità imparziali e non autoreferenziali – spiega il Presidente di AMD, Domenico Mannino –. Il percorso di certificazione che abbiamo sviluppato va proprio in questa direzione, con l’obiettivo finale di fornire ai pazienti, in modo ancora più puntuale, un’assistenza efficace e di qualità. La certificazione, del tutto volontaria, non va ad influenzare l’aggiornamento che il professionista medico deve perseguire attraverso la formazione obbligatoria, ma registra una competenza maturata con l’esperienza professionale”.

Per il momento, sono cinque le tipologie di diabetologi che potranno ottenere il certificato:

  • medico diabetologo esperto nella gestione della tecnologia avanzata nella cura delle persone con diabete;
  • medico diabetologo esperto in gestione delle complicanze cardiovascolari in pazienti con diabete di tipo 2;
  • medico diabetologo esperto in gravidanza e diabete;
  • medico diabetologo esperto educatore in diabetologia;
  • medico diabetologo esperto e competente in piede diabetico.