Negli anni i modelli di sviluppo economico hanno cambiato pelle più volte e il modo di consumare e produrre si è totalmente trasformato. A questo ha contribuito la crescente consapevolezza sulla scarsità delle risorse impiegate nei processi produttivi e sul consumo di energia, mentre le crisi petrolifere degli anni ‘70 hanno sollevato l’attenzione sul problema dell’esauribilità delle risorse.
Oggi il nuovo valore per le imprese e i cittadini è la sostenibilità, di cui anche le politiche economiche tengono conto per promuovere uno sviluppo duraturo e inclusivo. Lo sviluppo sostenibile racchiude in sé tre principi:
Nel 2015 più di 150 leader mondiali riuniti all’ONU a New York hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i nuovi obiettivi globali, i Sustainable Development Goals (SDGs), ossia il quadro strategico internazionale sullo sviluppo sostenibile. Dando seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals), gli SDGs rappresentano obiettivi comuni costruiti su un insieme di 170 indicatori raggruppati in 17 categorie.
Il raggiungimento dei target è un traguardo complesso che richiede un intervento integrato nelle tre aree chiave dello sviluppo sostenibile con politiche in grado di coordinare effetti ambientali, economici e sociali. Nello sviluppo di queste politiche, i governi hanno trovato nell’Infrastruttura della Qualità (IQ) un set di strumenti necessari ad accompagnare il percorso di crescita sostenibile. Tra gli elementi dell’IQ, un credibile sistema di verifica delle caratteristiche dei prodotti è strategico per infondere fiducia ai consumatori e risolvere il fallimento del mercato derivante dal disallineamento informativo tra produttore e consumatore. L’effetto sull’utilità del consumatore e, in definitiva, sullo sviluppo dei mercati è infatti particolarmente importante per tutti quei beni che impattano sulla salute e il benessere di chi li consuma.
Tra gli elementi imprescindibili per il raggiungimento degli obiettivi di equità sociale dell’Agenda 2030, il rafforzamento dei sistemi di controllo nella catena di approvvigionamento alimentare. Non è un caso che il secondo dei 17 SDGs “Sconfiggere la fame” ponga la food security in cima ai target che i paesi devono raggiungere. L’accesso a un’alimentazione adeguata e sicura è un requisito fondamentale per la salute umana e garantire la sicurezza alimentare è una sfida sempre più difficile per i governi, in un mondo altamente globalizzato in cui, parallelamente alle dimensioni della popolazione mondiale, cresce la varietà degli alimenti cui i consumatori hanno accesso. Nell’ambito della sicurezza alimentare, tenere sotto controllo i rischi per la salute umana è cruciale. A questo scopo sono organizzate le attività dei laboratori di prova accreditati, che contribuiscono a migliorare il clima di fiducia del consumatore in un contesto in cui le catene di approvvigionamento alimentare sono più complesse rispetto al passato.
La politica di sicurezza alimentare europea mira a proteggere i consumatori, garantendo allo stesso tempo il regolare funzionamento del Mercato Unico e, a partire dal 2003, si incentra sul concetto di tracciabilità dei flussi in entrata e in uscita. L’UE ha stipulato norme per assicurare l’igiene degli alimenti, la salute e il benessere degli animali, la salute delle piante e il controllo della contaminazione da sostanze esterne, quali i pesticidi. Sono effettuati rigorosi controlli a ogni passaggio a cui si devono adeguare anche i produttori dei paesi terzi.
In Europa il controllo ufficiale degli alimenti e delle bevande prevede accertamenti completi sul prodotto, attraverso ispezioni, campionamenti e analisi di laboratorio, sopralluoghi nell’ambito dell’ambiente di produzione e interviste al personale addetto, nonché controlli sull’applicazione dei programmi di HACCP che le aziende devono predisporre per individuare i punti critici della catena produttiva.
Le analisi sui prodotti alimentari sono affidate ai laboratori pubblici del Controllo Ufficiale (Istituti Zooprofilattici Sperimentali, Presidi Multizonali di Prevenzione e Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente) e i risultati delle attività di vigilanza e controllo vengono elaborati dal Ministero della Salute e trasmessi annualmente al Parlamento.
Con riferimento all’autocontrollo, che ogni azienda produttrice di alimenti deve mettere in atto, è centrale l’attività dei laboratori di analisi accreditati secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 da un Ente di accreditamento riconosciuto e operante ai sensi della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17011. Tali laboratori devono essere iscritti in appositi elenchi regionali aggiornati periodicamente e accessibili da parte delle imprese alimentari.
Il rigore nelle procedure di controllo alza l’asticella del livello di tutela del consumatore europeo. L’Infrastruttura della Qualità, con i suoi elementi, contiene il livello di malattie di origine alimentare e rafforza la fiducia nel sistema, tale per cui il consumatore crede alla qualità dei prodotti alimentari acquistati.
In un contesto nel quale le economie più avanzate hanno sviluppato regolamenti sulla sicurezza alimentare, i paesi in via di sviluppo non sono sempre riusciti a impostare un sistema di controllo altrettanto efficace. A livello di sistema, sebbene nelle economie avanzate siano state avviate diverse iniziative volte a rafforzare la catena di approvvigionamento alimentare, le preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare legate al ritardo dei paesi in via di sviluppo continuano a rappresentare un grave problema.
A fine 2018 erano 1.197 i laboratori di prova accreditati da Accredia operanti in Italia. La distribuzione geografica dimostra la copertura nazionale dei laboratori, con una maggiore concentrazione in Lombardia (16,1%) e Veneto (10,9%).
La maggior parte degli accreditamenti riguarda le attività di analisi chimiche e microbiologiche per la sicurezza dell’ambiente e degli alimenti. Sicuramente le prove accreditate nel settore alimentare tutelano il consumatore e la garanzia dell’accreditamento rende la catena di fornitura più affidabile facilitando a livello mondiale lo scambio di prodotti sempre più differenziati.
L’analisi dei dati conferma l’efficacia del Sistema dei controlli nazionali presidiato dal Ministero della Salute e l’importanza dell’accreditamento ai fini della sicurezza alimentare. Le prove di laboratorio accreditate garantiscono infatti prodotti alimentari sicuri per il consumatore, contribuendo alla diffusione di un livello elevato di fiducia.