Le imprese l’hanno capito da tempo: puntare sulla sostenibilità fa crescere il business e attrae la fiducia dei consumatori, sempre più attenti alle tematiche di tipo sociale e ambientale. E i claim etici (o ethical claims) sono lo strumento più immediato ed efficace per raggiungere il mercato.
Ma come capire se queste affermazioni sono vere e verificate?
Per rispondere alla necessità di garantire l’accuratezza e la veridicità di questo tipo di dichiarazioni, la normazione internazionale ISO ha introdotto tra le attività di valutazione della conformità accreditate anche la verifica e la validazione dei claim, e ha sviluppato la norma ISO/IEC 17029 in base alla quale vengono accreditati gli organismi che la svolgono.
Un fondamentale passo avanti per la credibilità dei claim e la trasparenza del mercato è stato fatto con la pubblicazione in italiano della specifica tecnica internazionale UNI ISO/TS 17033 “Asserzioni etiche ed informazioni di supporto – Principi e requisiti” che rappresenta un importante strumento per mettere ordine in un’area così delicata. La specifica fissa infatti i requisiti per supportare la definizione, la verifica e la diffusione di asserzioni etiche accurate e credibili da parte delle organizzazioni, che possano essere verificate e validate dagli organismi in possesso dell’accreditamento secondo la UNI CEI EN ISO/IEC 17029.
Infine, per fornire gli indirizzi applicativi in tema di responsabilità e sostenibilità dei requisiti della UNI ISO/TS 17033, UNI e Accredia hanno elaborato la nuova Prassi di Riferimento UNI/PdR 102:2021 “Asserzioni etiche di responsabilità per lo sviluppo sostenibile – Indirizzi applicativi alla UNI ISO/TS 17033:2020”, individuando gli elementi che un’organizzazione deve prendere in considerazione nel dichiarare un’asserzione etica di responsabilità per lo sviluppo sostenibile. La Prassi ha infatti lo scopo di indicare alle organizzazioni un percorso strutturato e condiviso nell’elaborazione e nella dichiarazione di asserzioni etiche che intendono focalizzarsi sui temi della sostenibilità.
L’asserzione etica di responsabilità per lo sviluppo sostenibile permette di promuovere la domanda e l’offerta di quei prodotti, servizi, processi le cui caratteristiche possono stimolare, con il coinvolgimento degli stakeholder secondo il principio della materialità, un processo di miglioramento continuo verso la sostenibilità in tutta la catena del valore.
“Attraverso un processo strutturato – spiega Elena Battellino di Accredia, Project leader della Prassi UNI – che prevede la valutazione della distribuzione degli impatti sullo sviluppo sostenibile tra generazioni e l’utilizzo degli strumenti di rendicontazione già diffusi sul mercato, l’organizzazione può avvalorare le azioni sottese all’asserzione anche in riferimento ai temi fondamentali della UNI ISO 26000 e agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, attraendo gli investitori anche grazie alla disponibilità di informazioni di carattere non finanziario”.
La verifica e validazione dei claim garantisce che una affermazione sia veritiera e non ambigua, e che abbracci anche tutti gli elementi relativi alla sostenibilità (quindi gli aspetti sociali, ambientali ed economici) maggiormente rilevanti rispetto al contesto di riferimento. Vengono verificati i dati oggettivi, i risultati dichiarati, gli obiettivi raggiunti.
“E’ uno strumento di forte tutela del consumatore – sottolinea Emanuele Riva, Vice Direttore generale di Accredia – che adesso potrà fidarsi di quanto gli viene raccontato per la promozione di un prodotto. Basta false promesse e fake news – conclude Riva – adesso c’è uno strumento per verificare i claim pubblicitari in tema di sostenibilità.”