Si avvicina la scadenza del periodo stabilito da ILAC per la transizione alla nuova edizione della norma ISO/IEC 17025 pubblicata a novembre 2017, e recepita a livello nazionale nel gennaio 2018 con la UNI CEI EN ISO/IEC 17025 “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura”.
La nuova edizione della norma introduce importanti modifiche, al fine di garantire l’allineamento alle nuove best practice internazionali ISO/CASCO e l’adeguamento ai profondi cambiamenti del contesto nel quale oggi operano i laboratori di prova e taratura accreditati.
Per questi operatori, la transizione all’ultima edizione di norma è essenziale per mantenere il certificato rilasciato da Accredia, e quindi la validità e la vigenza del proprio accreditamento. Tuttavia, i laboratori possono vivere queste transizioni come interruzioni della continuità operativa, con impatti rilevanti sul loro business. Per questo è importante gestire la fase della transizione con un’adeguata pianificazione.
È questa l’esperienza vissuta da un laboratorio accreditato, riportata da Stefano Franco in un articolo pubblicato nella rivista di UNI “U&C – Unificazione e Certificazione” all’interno del dossier “Le “nuove frontiere” della valutazione della conformità”, di cui Accredia pubblica tutti i contributi.
Grazie a un’attenta attività di pianificazione, il laboratorio ha definito un programma, declinato in macro attività: definizione delle attività necessarie; formazione delle figure chiave del laboratorio; esecuzione di una gap analysis per un confronto tra i vecchi requisiti e quelli nuovi; verifica dell’attuazione attraverso un audit interno.
La gap analysis ha evidenziato, come cruciali ai fini dell’allineamento alle norme della serie ISO/IEC 17000, i seguenti fattori:
Rilevanti gli impatti della transizione sulla modalità operativa e soprattutto sulla mentalità organizzativa dei laboratori. Essendo già certificato sotto accreditamento secondo le norme EN ISO 9001 e IATF 16949, il laboratorio aveva già implementato i principi relativi agli elementi comuni e all’approccio basato sul rischio.
È comunque necessario, per tutti, lavorare su aspetti formali e di metodo. In particolare, il risk-based thinking è un concetto che richiede di essere interiorizzato e tradotto in un approccio concreto che segua una logica preventiva. I laboratori sono chiamati a comprendere il proprio contesto operativo, identificando le fonti di rischio e le aree di opportunità, così da poter pianificare, attuare, verificare e misurare l’efficacia delle azioni intraprese, in un’ottica di miglioramento continuo.
Parallelamente, l’approccio prestazionale nella definizione dei requisiti, lascia al laboratorio un ampio margine discrezionale nello stabilire come, in concreto, soddisfare i requisiti della norma, ma richiede anche una maggiore capacità di analisi delle opzioni a disposizione, e una crescente responsabilizzazione rispetto alle scelte adottate.
Riguardo al sistema di gestione, il laboratorio ha optato per l’aggiornamento dei documenti gestionali di sistema preesistenti (opzione A) segnalando come impegno più gravoso l’allineamento formale del Manuale della Qualità e delle Procedure Gestionali alla struttura di base utilizzata dalle norme della serie ISO/IEC 17000 di “ultima generazione”. L’impatto della transizione è stato giudicato di portata media e complessivamente sostenibile, con il vantaggio di applicare un documento maggiormente in linea con il contesto dinamico, sia sul piano tecnologico che di metodologie, nel quale operano i laboratori, e con le aspettative dei clienti.
Centrali, infine, nella nuova edizione della norma, i concetti di imparzialità e trasparenza, da sempre principi cardine dell’accreditamento, che si conferma strumento a supporto dei laboratori, nell’ottica del miglioramento continuo.
L’articolo completo ”Transizione: l’esperienza di un laboratorio di prova accreditato” di Stefano Franco è stato pubblicato nel Dossier di U&C – Unificazione&Certificazione di UNI (n. 4/Aprile 2020) “Le “nuove frontiere” della valutazione della conformità” a cura di Marco Cibien, Funzionario tecnico – Direzione Normazione UNI.