Il Congresso annuale del Dipartimento Laboratori di prova, organizzato quest’anno in streaming nelle giornate del 29 ottobre, 4 e 5 novembre, ha toccato temi importanti come l’attività svolta dall’Ente nell’ultimo biennio, l’aggiornamento della documentazione e della modulistica per l’accreditamento e, ancora, la verifica e la validazione dei metodi secondo la norma ISO 16140-3:2021.
“La pandemia non ha fermato la crescita delle attività di valutazione – osserva il Presidente di Accredia, Massimo De Felice –. Nei prossimi mesi non ci saranno cambiamenti strutturali, ma continueremo l’impegno per il potenziamento delle strutture operative come nel caso degli audit da remoto che hanno ricevuto il favore di organismi e laboratori”.
Una percezione favorevole confermata dall’indagine di “Customer Satisfaction 2020” che ha raccolto le opinioni e i commenti sulla qualità del servizio offerto da Accredia presso tutti i soggetti accreditati. “Il livello di soddisfazione generale è stato mediamente molto alto – fa sapere Silvia Tramontin, Direttore del Dipartimento Laboratori di prova –.
Su quasi tutti gli argomenti di indagine, oltre il 90% dei rispondenti si dichiara soddisfatto o molto soddisfatto. Tra i miglioramenti suggeriti c’è quello di aumentare le visite da remoto, ridurre costi, tempi e periodicità delle verifiche, aumentare il numero degli incontri formativi e dei webinar, uniformare il comportamento dei team ispettivi e aumentare l’uniformità con gli Enti di accreditamento esteri”.
Secondo Paolo Moscatti, Presidente di ALPI ed EUROLAB, per un laboratorio, accreditarsi è una scelta lungimirante ed eticamente corretta. “Tre sono i fattori a cui far riferimento: coopetizione (cooperazione più concorrenza) cioè l’atto di collaborazione tra aziende concorrenti, che progettano e formano un’alleanza strategica per competere meglio; collaborazione con l’Ente unico nazionale di accreditamento e quindi, nel nostro caso, con Accredia; offrire un punto di riferimento agli stakeholder, perché comunicare con un’unica voce nell’interesse di tutti gli associati facilita la comprensione da parte degli stakeholder stessi e favorisce la valorizzazione dell’intero settore”.
Un lavoro importante per tutti i laboratori e le parti interessate del settore prove, riguarda senza dubbio la transizione alla norma di accreditamento UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018, che in Europa ha riguardato 18.500 laboratori di prova e 3.200 laboratori di taratura, e la definizione delle regole per le visite da remoto. Queste ultime nel 2021 hanno coinvolto i laboratori accreditati per il 68%, affiancate da quelle in presenza per il 22% e da una minoranza di visite miste (10%).
Coerentemente, è stata aggiornata in larga misura la documentazione applicabile per i laboratori di prova, dalla Domanda alla Convenzione di accreditamento, al Regolamento tecnico RT-08 “Prescrizioni per l’accreditamento dei Laboratori di prova”, in uniformità con i nuovi documenti internazionali EA e ILAC. “E’ stata introdotta per esempio una modifica semplificativa per la stipula della CO-00 “Convenzione con gli organismi che svolgono attività di valutazione della conformità”, rimandando al certificato di accreditamento i termini relativi a oggetto, sedi e tempistiche – fa sapere Beatrice Bargellini, Responsabile Sistema di Gestione Accredia –. Questo eliminerà sia la necessità di rinnovo della Convenzione a ogni scadenza quadriennale dei singoli accreditamenti, sia un’ulteriore stipula a ogni accreditamento per nuovi schemi da parte dello stesso soggetto giuridico, semplificando il procedimento soprattutto per i soggetti titolari di più accreditamenti”.
A porre l’accento su alcune norme che la comunità scientifica ha messo a disposizione per la sicurezza microbiologica degli alimenti, è intervenuto Federico Pecoraro, Vice Direttore del Dipartimento Laboratori di prova di Accredia. “Pensiamo alla ISO 16140 pubblicata nel 2003, dopo 10 anni di lavori – spiega Pecoraro – e che nel 2006 ha visto la nascita di un Gruppo di Lavoro (ISO TC 34/SC 9/WG 3) che l’ha sottoposta a revisione in maniera sistematica, con lo sviluppo di una serie di norme: sulla validazione dei metodi (normati) di riferimento, sulla validazione in un singolo laboratorio, sulla validazione dei metodi di conferma e di tipizzazione, e sulla verifica”.
E alla 16140-3:2021 “Microbiology of the food chain – Method validation – Part 3: Protocol for the verification of reference methods and validated alternative methods in a single laboratory” dedica la sua presentazione Emiliano Santoro, Funzionario Tecnico di Accredia partendo dalla fondamentale distinzione tra validazione e verifica: validazione (validation) è la determinazione delle caratteristiche prestazionali di un metodo e fornitura di prove oggettive che i requisiti di prestazione per un uso specificato sono soddisfatti; verifica (verification) è la dimostrazione che, nelle mani dell’utilizzatore, un metodo validato ha prestazioni secondo le specifiche del metodo determinate nello studio di validazione ed è adatto allo scopo previsto.
La norma 16140-3:2021 è applicabile alla verifica dei metodi utilizzati per l’analisi (rilevazione e/o quantificazione), conferma e tipizzazione dei microrganismi in prodotti destinati al consumo umano, all’alimentazione animale, ai campioni ambientali in ambito alimentare e produzione di mangimi, manipolazione e ai campioni provenienti dalla fase di produzione primaria. “Prima di usare un metodo in laboratorio è fondamentale che questo sia validato e che sia verificato dal singolo laboratorio per accertarsi di poterlo applicare in maniera soddisfacente”, fa sapere Santoro.
L’ultima novità viene infine resa nota da Stefano Colombo, Rappresentante UNI in ISO TC 34/SC 9/WG3: “Il Gruppo di Lavoro ha lanciato una consultazione per stabilire un piano di validazione dei metodi di riferimento che non sono validati o che lo sono solo per poche categorie di alimenti. Tutti gli Enti di normazione del mondo, tra cui UNI, invieranno a ISO la lista dei laboratori che intendono organizzare o aderire agli studi di validazione”.