Le imprese esportatrici certificate possono essere più produttive di quasi il 50% rispetto a quelle non certificate, e hanno una propensione all’export mediamente maggiore del 23% rispetto a quella delle non certificate.
È quanto emerge della statistica report realizzata da Istat in collaborazione con Accredia, che, a seguito della Convenzione firmata nel 2008, hanno condiviso le rispettive banche dati, proprio per studiare la diffusione e gli effetti della certificazione accreditata tra le imprese esportatrici. L’analisi aggiorna i risultati degli studi precedenti, confermando il legame esistente tra coinvolgimento nei mercati internazionali e certificazione accreditata, rilasciata cioè da organismi di certificazione accreditati.
Nel 2019 sono state oltre 125mila le aziende italiane esportatrici, di cui 19mila in possesso di un sistema di gestione certificato, con una quota del 16% sul totale, in crescita negli ultimi tre anni di analisi (2017-2019).
Le aziende certificate dagli organismi accreditati hanno esportato beni per un valore di circa 240 miliardi di euro e occupato circa 2 milioni di addetti. La certificazione risulta maggiormente diffusa nelle aziende esportatrici di grandi dimensioni, arrivando ad una percentuale di diffusione del 58% in quelle con 250-499 addetti. I settori nei quali si ricorre di più ai sistemi di gestione, con percentuali che arrivano fino al 54%, sono la chimica farmaceutica, la raffinazione del petrolio e la fabbricazione di autoveicoli.
L’analisi ha confermato che la certificazione accreditata, apportando miglioramenti organizzativi e di performance, garantisce un incremento di produttività, che cresce al diminuire della dimensione aziendale, arrivando nelle microimprese, 0-9 addetti, a circa il 50% in più; al 20% in quelle da 10 a 49 addetti; al 5% in quelle da 50 a 249. Il differenziale di produttività si registra in tutte le aree geografiche del Paese: nel Nord-Ovest le imprese esportatrici certificate sono più produttive di quelle non certificate del 13%, nel Nord-Est del 14%, nel Centro del 18% e nel Sud e Isole del 29%.
Anche la propensione all’export risulta maggiore nelle imprese certificate, con un differenziale (dal 20% al 40%) più elevato nelle imprese con più di 100 dipendenti.
Questo legame tra certificazione e apertura internazionale delle imprese viene confermato anche osservando il numero medio di Paesi di destinazione delle merci che, in ogni classe di addetti – e in particolare nelle micro e piccole imprese che traggono i maggiori benefici dalla certificazione accreditata – risulta più elevato per le imprese certificate: 5 Paesi per quelle certificate rispetto ai 3 per le non certificate, nella classe da 0 a 9 dipendenti; 13 Paesi rispetto a 11 in quelle dai 10 ai 49 addetti; 28,1 Paesi rispetto a 27,6 nella classe 50-249 addetti.
La maggiore internazionalizzazione delle imprese certificate è dovuta al fatto che la certificazione accreditata permette un maggior accesso alle catene globali del valore. Tale strumento, attestando la rispondenza delle imprese agli standard internazionali, qualifica le stesse come fornitori affidabili, permettendo così di accedere ai mercati globali. Ciò accade in particolare nei mercati avanzati, come la Germania, principale partner commerciale per le aziende italiane – dove la certificazione accreditata è un titolo normalmente richiesto ai fornitori, domestici e internazionali – e più in generale nell’UE – che riconosce il valore dell’accreditamento nel facilitare lo scambio di beni e servizi tra Paesi, garantendo il rispetto di standard minimi di salute e sicurezza.
“Le analisi che abbiamo condotto insieme a Istat testimoniano ancora una volta l’efficacia della certificazione accreditata, quale strumento fondamentale per l’export del nostro Paese”, ha commentato Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia.
“Anche quest’anno abbiamo potuto verificare che le aziende esportatrici che decidono di certificarsi sono più produttive, migliorano la capacità di stare sul mercato e soprattutto di raggiungere i mercati esteri. La certificazione accreditata rappresenta una garanzia per istituzioni, mercati e consumatori e un asset fondamentale per la politica industriale del Paese”, ha concluso Trifiletti.