L’interesse e l’attenzione per il sistema delle valutazioni della conformità accreditate (certificazioni, ispezioni, verifiche e validazioni, prove, tarature, ecc.) crescono costantemente, a livello nazionale, europeo e mondiale. Alla base di questo incremento, vi sono anche le evidenti potenzialità di semplificazione e affidabilità che il sistema garantisce agli operatori.
A maggiore ragione, in un contesto sempre più dominato dai cambiamenti e dalle crisi, in cui le organizzazioni sono chiamate a adattare prontamente i propri sistemi di gestione, utilizzando l’intelligenza organizzativa. Lo spiega l’Ispettore di Accredia Nicola Gigante nel suo articolo “Risk Management, Conformity Assessment, and Evalutation of Organizational Intelligence in Scenarios of Change and Crisis” per The International Journal of Conformity Assessment.
L’intelligenza organizzativa
Le organizzazioni sono sistemi adattativi complessi. Che, a maggiore ragione quando operano in contesti caratterizzati dall’imprevedibilità degli scenari, devono regolare i propri sistemi di gestione con creatività, intesa come attitudine a soluzioni originali secondo il concetto unificante di intelligenza organizzativa.
In questo senso, il Risk-based Thinking (approccio basato sul rischio) e l’adozione di strumenti per massimizzare la razionalità delle decisioni diventano centrali per regolare le reazioni organizzative in eventi imprevisti e di crisi. Un’organizzazione deve essere in grado di rispondere in modo coerente all’evoluzione e ai cambiamenti del contesto, mostrando diligenza nell’applicare le regole che governano le componenti prevedibili e stabili dei processi, attenzione allo scenario, capacità di adattare prontamente ed efficacemente la propria linea di d’azione. In sostanza, attivare una trasformazione in grado di applicare cambiamenti drastici e immediati quando nell’ambiente aziendale si verificano circostanze nuove, imprevedibili e a volte traumatiche.
Il Risk-based Thinking
Data la natura mutevole degli scenari, gli standard di ultima generazione, compresi quelli per l’accreditamento degli organismi di valutazione della conformità, richiedono alle organizzazioni di contestualizzare il proprio sistema di gestione e di definire le regole del comportamento organizzativo.
In sostanza, si evidenzia una minore rigidità dei requisiti e una maggiore libertà da parte delle organizzazioni nel progettare e stabilire il proprio sistema di gestione. Una maggiore libertà che deve però essere supportata anche da una più ampia competenza manageriale e da una più evoluta responsabilità delle organizzazioni nel garantire l’efficacia del processo di autoregolamentazione.
Tutto ciò implica una trasformazione culturale che la definizione di Risk-based Thinking utilizzata dalla ISO 9001:2015 riprende anche nelle norme della serie ISO 17000. Una trasformazione che punta non solo a migliorare il sistema di gestione finalizzato al risultato, ma anche a rendere esplicito il processo logico che ha generato quel risultato, così da consentire una ancora più efficace valutazione della conformità accreditata.
Soprattutto per quanto riguarda le organizzazioni più grandi e complesse, l’implementazione del Risk-based Thinking comporta la definizione di metodi, strumenti e competenze specifiche. Il principale riferimento normativo per affrontare sistematicamente la gestione del rischio si trova negli standard sviluppati dal Comitato Tecnico ISO/TC 262, in particolare:
L’intelligenza valutativa
Oltre alla capacità di applicare i requisiti e di migliorare continuamente in base ai
cambiamenti del contesto e del quadro delle aspettative, l’organizzazione deve quindi dimostrare la propria capacità di innovare e di trasformarsi in funzione degli imprevisti. In questo senso, la valutazione delle conformità accreditata deve tenere conto di queste competenze, ovvero sapere valutare l’intelligenza organizzativa.
Un compito sicuramente difficile da svolgere, che richiede al valutatore una crescente capacità di comprendere ed esaminare criticamente il comportamento delle organizzazioni anche nelle azioni messe in atto per reagire efficacemente a qualsiasi evento inatteso di tipo economico, sanitario, geopolitico, climatico, energetico, ecc.
Per identificate le componenti di questa incertezza, come per ogni processo di misurazione, occorre identificare le giuste contromisure: il processo di valutazione deve per questo essere basato sulla formazione di una intelligenza valutativa. Intesa, tra l’altro, come la capacità dei valutatori di utilizzare le proprie capacità logico-deduttive per comprendere la complessità dell’organizzazione e del suo contesto. Oltre che per analizzare i processi decisionali, strategici e operativi ad essi associati.
Per questo compito, l’esigenza di sempre maggiori prestazioni da parte del team di valutazione, richiede il coinvolgimento più frequente e più ampio di specialisti e di parti interessate. Così da garantire un approccio interdisciplinare, dinamico e inclusivo, all’intero programma di valutazione delle conformità accreditate.