Sono oltre 9.200 le nuove insolvenze aziendali previste in Italia nel 2024 e 9.550 per l’anno successivo, secondo la più recente fotografia effettuata da Allianz Trade. Dati confermati anche dal Credit Outlook 2024 Cerved che rileva come la probabilità di default aziendale sia stimata a fine 2024 non in crescita, ma evidente, al 6,13%. Una tra le principali ragioni che sostengono questi numeri, almeno nel nostro Paese, è sicuramente da ricondurre alla gestione del credito.
Parliamo di crisi aziendali spesso connesse alla carenza di risorse finanziarie che, a loro volta, hanno uno dei più evidenti segnali di debolezza nella mancanza di sistemi di controllo di gestione.
Anche per questo, nell’integrazione efficace delle pratiche ESG (Environmental, Social, Governance) in azienda, la Governance assume un ruolo sempre più centrale per il contesto economico attuale, intesa come sostenibilità nella gestione finanziaria a lungo termine.
L’attenzione nei confronti del rischio di credito e della prevenzione delle crisi d’impresa necessita quindi di strumenti adeguati come la certificazione accreditata.
Diagnosi precoce e continuità operativa
Il secondo comma della nuova formulazione dell’art. 2086 del Codice Civile e il D.Lgs. 14/2019 “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” introducono un approccio preventivo alla crisi d’impresa.
In tal modo, indirizzano le aziende verso l’adozione di procedure organizzative, amministrative e contabili in grado di rilevare indicatori di allerta Alert (Early Warning), come squilibri economici, finanziari e patrimoniali, che possono mettere in pericolo la continuità operativa delle stesse aziende.
Il Codice Civile (nuovo comma 2, art. 2086) sposta dunque l’attenzione sulla diagnosi precoce delle situazioni di crisi e sulla responsabilità dell’imprenditore, che, operando in forma individuale, societaria o collettiva, “ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa”.
A questo scopo, l’impresa deve dotarsi di strumenti e competenze per garantire la continuità operativa (going concerning) e assicurare la tempestiva individuazione dei possibili stati di crisi: una attenzione sostenuta dalla certificazione accreditata del sistema di gestione aziendale secondo lo schema proprietario EFRMS (Economic Financial Risk Management Systems) Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, nell’edizione 14 del 2019.
Il percorso di accreditamento degli organismi che verificano lo schema EFRMS è descritto nella Circolare informativa DC N°22/2024 “Disposizioni in materia di estensione degli accreditamenti degli Organismi di Certificazione (OdC) che certificano il Sistema di Gestione del Credito Commerciale” e si basa sulla conformità alla norma UNI EN ISO/IEC 17021-1:2015.
I vantaggi della certificazione accreditata EFRMS 14:2019
Attraverso la certificazione accreditata secondo lo schema EFRMS, aziende e organizzazioni ottengono il necessario supporto nella gestione dei rischi su possibili criticità interne ed esterne, che possono portare all’insolvenza e al successivo default. Inoltre, riescono a garantire la continuità operativa e a ridurre il rischio della responsabilità personale degli amministratori.
Un’azienda che dimostra di avere una governance solida è vista come più affidabile dal punto di vista finanziario. Le agenzie di rating riconoscono, infatti, che questa tipologia di organizzazioni possa essere più preparata a gestire le sfide future e a mantenere la continuità operativa: sono fattori che influenzano positivamente la loro valutazione creditizia.
Trattandosi di una certificazione accreditata presente in visura camerale, inoltre, il certificato di sistema di gestione del credito commerciale può costituire una base solida per definire relazioni positive con tutti gli stakeholder, dai fornitori alle banche, dalle istituzioni agli attori di eventuali operazioni di M&A.