Uno degli obiettivi più importanti nella moderna medicina è migliorare la sicurezza per i pazienti. Anche se l’aforisma “primum non nocere” risale a molti secoli fa ed è sempre stato un elemento centrale nella pratica medica, l’obiettivo di ridurre il rischio nelle pratiche cliniche e l’errore in medicina ha ricevuto miglior attenzione a partire dalla pubblicazione del documento dell’Institute of Medicine (IOM) nel 2000. I dati raccolti sugli errori medici e soprattutto sulla loro prevenibilità hanno portato ad una presa di coscienza sempre maggiore e ad iniziative volte a diminuire il tasso di errori, ed ancor più il tasso di errori maggiormente correlati con eventi indesiderati per i pazienti.
Le iniziative volte a ridurre gli errori procedurali, errori nella somministrazione di farmaci e nella loro dose, ed altre procedure cliniche hanno portato a sicuri miglioramenti. Tuttavia, negli ultimi anni si sono raccolte prove sull’errore diagnostico, sulla sua gravità e sulla necessità di migliorare il processo diagnostico come presupposto essenziale per assicurare migliori esiti di salute ed economici.
Il recente documento dell’IOM “Improving Diagnosis in Health Care” rappresenta da un lato il risultato della serie di studi volti a documentare la gravità del problema dell’errore diagnostico e, dall’altro la necessità di programmi volti a migliorare la sicurezza del percorso diagnostico, comprendere la natura degli errori e ridurli attraverso interventi efficaci.
L’errore diagnostico rappresenta oggi negli US e nei Paesi avanzati l’errore prevalente nella pratica clinica, ma anche quello maggiormente associato a mortalità e morbilità, oltre che essere la causa più rilevante di spesa e rimborsi nelle cause intestate da pazienti e parenti.
Inoltre, sono state raccolte prove sul fatto che circa il 50% degli errori diagnostici sono dovuti ad errori nelle informazioni di laboratorio clinico e/o delle tecniche di immagine. Più in particolare, gli errori di laboratorio sono maggiormente correlati non all’accuratezza del risultato analitico, ma a problematiche nell’appropriata richiesta degli esami, nella raccolta e manipolazione dei campioni biologici e, alla fine del ciclo, all’inappropriata interpretazione e utilizzazione dei risultati stessi.
L’accreditamento dei laboratori medici in conformità allo Standard Internazionale ISO 15189:2012, riconosciuto a livello internazionale come l’unico standard per l’accreditamento dei laboratori medici, si focalizza sul raggiungimento di un elevato livello di qualità del sistema di gestione della qualità e della competenza del personale.
Il corso è riservato a un massimo di 100 partecipanti.
La modalità di partecipazione ai Corsi è subordinata all’accettazione della domanda di ammissione.
La domanda di ammissione è da inserire on line (http://spml.sibioc.it) allegando il proprio curriculum vitae.
Un’ apposita commissione vaglierà le domande pervenute e le valuterà in base ai prerequisiti richiesti per accedere ad ogni livello di corso.
La Segreteria comunicherà via e-mail l’esito della valutazione con le modalità per procedere con la conferma dell’iscrizione e il pagamento della quota.
Al sito www.biomedia.net – nella pagina dedicata all’evento – è attivo, fino ad esaurimento posti, il pulsante iscrizioni. Ad esaurimento posti disponibili la scheda di iscrizione online verrà sostituita con un messaggio di iscrizioni al completo; non sono previste liste d’attesa.
La modalità online sopra indicata è l’unica prevista, non potranno quindi essere accettate iscrizioni telefoniche, tramite fax e/o email.
Il corso sarà accreditato da SIBioC Provider n. 790, presso il Programma Nazionale di Educazione Continua in Medicina del Ministero della Salute per le seguenti: