Una grande rivoluzione nel mondo dell’accreditamento avverrà quando IAF e ILAC diventeranno una sola organizzazione. La risoluzione approvata nel novembre 2019 da parte delle rispettive Assemblee stabilisce proprio questo: la convergenza tra i due sistemi internazionali e i relativi Accordi di Mutuo Riconoscimento. Il passaggio non sarà facile né immediato. Come primo passo è stata identificata una Task Force che dovrà elencare quali possano essere i principali elementi di riflessione (o di contrasto), per poi decidere come affrontarli uno a uno. Emanuele Riva, Direttore del Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia, è anche Vice Presidente IAF e coordina la Task Force impegnata nella negoziazione tra le associazioni che riuniscono gli Enti di accreditamento di tutto il mondo.
In un articolo apparso sulla rivista di UNI “U&C – Unificazione e Certificazione” all’interno del dossier “Le “nuove frontiere” della valutazione della conformità”, di cui Accredia pubblicherà tutti i contributi, Riva evidenzia le difficoltà, le prospettive, i benefici e il percorso che porterà a questo matrimonio ormai annunciato. Il riconoscimento e il valore, su scala globale, delle attestazioni rilasciate dagli Enti di accreditamento membri di IAF e ILAC, sarà senza dubbio il vantaggio maggiore per gli attori del settore (gli organismi e i laboratori accreditati), per gli stakeholder e per gli utilizzatori dei servizi di valutazione della conformità, dalle organizzazioni pubbliche e private ai professionisti.
Ma per arrivare a questo (il quinquennio 2020-2025 sarà cruciale) bisognerà superare tensioni e diversità di pensiero che oggi caratterizzano le due associazioni. La presenza degli stakeholder nel processo decisionale e le regole di voto sono i punti di maggiore discussione. Alla base delle diversità di opinioni, si trova anche una sensibilità e visione diversa propria di ogni Stato/Regione geografica estesa. Il Regolamento CE 765 del 2008 ha posto European Accreditation (EA) in una posizione differente e di privilegio rispetto alle altre Regioni del mondo. Vietare agli Enti di accreditamento non europei di accreditare in Europa, lasciando invece piena libertà agli Enti del Vecchio Continente di offrire i propri servizi nei Paesi extraeuropei, ha generato uno sbilanciamento.
Anche la normazione ha risentito di questi squilibri. Un esempio su tutti è la revisione della norma internazionale per gli Enti di accreditamento ISO/IEC 17011 condotta nel triennio 2014-2017 da ISO/CASCO, il comitato di International Organization for Standardization (ISO) che lavora alla definizione degli standard tecnici per la valutazione della conformità. Durante l’elaborazione della norma infatti, sembrava impossibile pervenire a un insieme condiviso di principi comuni. Gli Enti europei spingevano per introdurre nella norma i principi del Regolamento CE 765/2008 (come la non concorrenza tra Enti nello stesso Stato, il fatto che l’Ente di accreditamento debba essere no profit e la sua investitura pubblica), mentre per i Paesi extraeuropei tali principi non erano accettabili. Queste e altre criticità hanno portato a non poche frizioni tra gli Stati, anche se il sistema della normazione ha trovato in alcuni casi la strada del compromesso, svolgendo il proprio ruolo di “camera di compensazione”.
Uno sforzo che sarà necessario anche tra IAF e ILAC perché la prospettiva di pervenire a un unico grande soggetto internazionale in materia di accreditamento è ormai irrinunciabile. Un’organizzazione che parli con una sola voce in materia di accreditamento può porre pone le basi per nuove strategie e aprire importanti opportunità per tutti gli operatori e potenziali clienti di settore.
L’articolo completo “Cosa sta succedendo nel mondo dell’accreditamento?” di Emanuele Riva è stato pubblicato nel Dossier di U&C – Unificazione&Certificazione di UNI (n. 4/Aprile 2020) “Le “nuove frontiere” della valutazione della conformità” a cura di Marco Cibien, Funzionario Tecnico – Direzione Normazione UNI.